di Giuseppe Gaetano, editor in chief
Il Ministero dell’Economia torna alla carica delle banche, col contributo extra alle casse statali – una riedizione della tassa sugli extra profitti già naufragata l’anno scorso – e con deterrenti per scoraggiare il ricorso alle garanzie pubbliche.
Se la prima misura spacca la maggioranza politica e appare tutta in salita, la seconda sembra destinata a penalizzare più le imprese che gli istituti: più controlli e verifiche, interne e da parte di Bankitalia – anche in materia di antimafia e antiriciclaggio dopo il “dossier” Banca Progetto – significa un appesantimento dei processi, che rischia di tradursi in tempi e costi maggiori per l’erogazione dei finanziamenti.
Al momento, comunque, è ancora tutto nel regno delle idee della prossima manovra finanziaria, che punta a un sostanziale prolungamento al 2026 delle attuali disposizioni del Fondo PMI gestito da Mcc.
Riguardo Banca Progetto, challenger bank specializzata proprio nei prestiti corporate garantiti, si sta profilando un salvataggio che vedrebbe scendere in campo i 5 big italiani – Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Bper e Mps – con altre banche minori e il Fidt. A metà marzo scorso è stato nominato nuovo AD Andrea Varese al posto del dimissionario Paolo Fiorentino mentre a fine luglio è stata revocata l’amministrazione giudiziaria, a seguito della messa in sicurezza adoperata dai commissari.
Secondo MF ci sarebbero anche dei fondi che potrebbero iniettare capitale ma, per ora, si tratta appunto di rumors di stampa. Si era parlato anche di un intervento di Mediocredito centrale – garante con Sace del credito concesso da Banca Progetto – insieme ad Aidexa o CF+, che ha poi diretto l’attenzione su Banca Sistema.
BPER-BPS, Fusione in Discesa: da Banca Progetto a CR Orvieto, News dal Risiko