28 Luglio 2025

BPER-BPS, Fusione in Discesa: da Banca Progetto a CR Orvieto, News dal Risiko

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

Il periodo della riapertura dei termini si è concluso venerdì sera superando l’80%, ma già il giorno prima a Piazza Affari BPER aveva sfiorato il 70% di adesioni all’offerta su Popolare di Sondrio, oltrepassando quindi la soglia del 66,67% del capitale sociale necessaria per approvare a maggioranza le delibere dell’assemblea straordinaria che avvieranno ora l’iter di fusione, il rinnovo del CdA e la modifica dello statuto di BPS.

Ripetutamente criticata e promossa dai rispettivi AD, Gianni Franco Papa e Mario Alberto Pedranzini, l’operazione punta alla completa integrazione e al delisting dell’istituto di credito valtellinese (immediato se si fosse raggiunto almeno il 90%), che manterrà però il suo brand. Secondo Papa il player risultante dal nuovo corso sarà più competitivo e in grado di offrire valore aggiunto, specie a Nord, a “oltre 6 milioni di clienti, con più di 2.000 filiali distribuite capillarmente e gestendo circa 400 miliardi di asset finanziari gestiti”.
I primi incontri tra i vertici sono cominciati, per oliare un processo che si vorrebbe rapido ma armonico, anche senza revocare subito la quotazione in Borsa.

Qualche giorno fa S&P aveva già allineato i rating delle due banche, dando per acquisita la fusione della “controllata”: entrambe vantano ottime posizioni di funding e liquidità e – per riportare un giudizio terzo sul dossier – l’agenzia di rating valuta gestibile l’impatto complessivo sul capitale, considera realizzabili le sinergie operative per 290 milioni di euro stimate da Papa al 2027 e ritiene che l’acquisizione non inciderà in maniera significativa sulla qualità degli attivi di BPER; anzi ne rafforzerà il posizionamento, grazie anche alla solida logica strategica sull’adeguatezza geografica e di business e sulle limitate sovrapposizioni.
Tuttavia, rispetto all’attuale composizione del portafoglio, amplierà l’esposizione del nuovo Gruppo al mercato corporate delle Pmi in cui BPS va forte, specie in Lombardia dove ha relazioni molto ben radicate: secondo gli analisti, preservarne il franchise e la clientela – così come la reputazione di gestione prudente – potrebbe rappresentare la sfida principale nel gestire il passaggio.

In questi mesi su PLTV.it abbiamo già provato ad analizzare pro e contro delle partite M&A: un risiko che finora ha accontentato solo Banca Ifis e illimity e che fin dal principio ha opposto invece tutti gli altri player al tavolo. La puntata di UniCredit su BPM è fallita, mentre l’Ops di MPS su Mediobanca – partita il 14 luglio scorso e in conclusione il prossimo 8 settembre – non sta praticamente raccogliendo adesioni in Borsa sebbene il Ceo, Luigi Lovaglio, sia convinto di arrivare al 67% (la soglia minima è fissata al 35%).
A livello più locale, Iccrea osserva se, a giochi fatti, avanzerà qualche sportello per rimpolpare la sua rete cooperativa; mentre è stato posticipato a fine novembre il closing della cessione di CR Orvieto a Banca del Fucino da parte di MCC.

Adesso c’è attesa per l’Opa di CF+ su Banca Sistema e per la raccolta delle offerte vincolanti in corso per Banca Progetto, guidata da metà marzo dal nuovo AD Andrea Varese: dopo 9 mesi di vigilanza, due giorni fa il Tribunale di Milano ha revocato in anticipo l’amministrazione giudiziaria. “La progressiva opera di contenimento del rischio di comportamenti devianti ha raggiunto un livello spiccatamente alto, realizzando appieno le finalità proprie della misura preventiva” scrivono i giudici, restituendo così al mercato “una new company in perfetta compliance, capace di operare sul mercato creditizio correttamente e legalmente”.
Tra le molte misure intraprese, il drastico taglio alla rete commerciale, ridotta da 98 a 40 mediatori.

Banche e M&A: il Risiko spariglia le Carte sui Bilanci 2025, ma non Troppo

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