L’Autorità Garante della concorrenza e del mercato ha deciso di non avviare istruttorie su Poste Vita e Fideuram Vita, per l’acquisizione del compendio di Cronos.
Per l’AGCM, infatti, l’operazione delle due compagnie – controllate al 100% rispettivamente da Poste Italiane e Intesa Sanpaolo – non ostacola in misura significativa la concorrenza effettiva nei mercati interessati, nè comporta la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante.
Lo spacchettamento delle polizze della newco, costituita due anni fa dalla dismissione dell’ex Eurovita, è atteso entro ottobre. Il 10% del capitale sociale è detenuto da Allianz; la restante quota è suddivisa in parti uguali tra Isp Assicurazioni, Generali Italia, Poste Vita e Unipol (ciascuna al 22,5%). Nessuno dei player coinvolti nell’operazione detiene il controllo a fini Antitrust.
La ripartizione dei contratti attribuirebbe: 2,5 miliardi di euro a Unipol, per i prodotti distribuiti da Finint; altri 2,5 mld a Poste, per le soluzioni collocate da BPPB, CR Volterra, Banca di Piacenza e Widiba; 2,4 mld a Intesa, per il pacchetto distribuito da Fideuram e Sanpaolo Invest; 2,3 a Generali, collocati da Fineco e Credem; 1,5 ad Allianz, piazzati da BAPR e CR Bolzano.
Ricordiamo che Eurovita era stata commissariata da Ivass a gennaio 2023 e messa in amministrazione straordinaria dal Mimit nel marzo dello stesso anno, per problemi di solvibilità e di requisiti patrimoniali sottosoglia: una crisi su cui la vigilanza italiana è potuta intervenire prontamente, salvaguardando clienti e sistema, a differenza dei successivi casi Fwu, Novis e Dallbogg.
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