di Giuseppe Gaetano, editor in chief
All’appello mancano ancora alcune banche territoriali ma – con la recente uscita delle semestrali 2025 dei due grandi gruppi di credito cooperativo, Iccrea e Cassa Centrale – possiamo dire che il cerchio sulla prima metà dell’anno si chiude in maniera estremamente positiva per il settore bancario italiano.
La netta maggioranza dei nostri istituti, grandi e meno, emerge dalla tornata di relazioni finanziarie molto ben posizionata per affrontare il contesto operativo, reso più difficile causato dai nuovi dazi americani sull’import in vigore dal 7 agosto.
È di Fitch l’ultimo dei tanti report che certificano un margine di manovra sufficiente per assorbire l’effetto dell’aggressiva politica commerciale di Donald Trump: anni di utili record, basso deterioramento degli impieghi e solida capitalizzazione tamponerebbero, secondo l’agenzia di rating, l’impatto su redditività e qualità degli attivi.
Tra gli esiti indiretti dei dazi doganali, di cui potrebbe risentire il business dei finanziamenti, il rallentamento della crescita economica e lo stop al taglio dei tassi di interesse; dunque la domanda di prestiti potrebbe diminuire e le rettifiche di valore sui crediti aumentare, rispetto alle medie dei bilanci al primo semestre 2025.
Più in dettaglio, i gruppi bancari focalizzati sul mercato interno – specie retail, e con un business model diversificato – appaiono meno esposti dei “colleghi” focalizzati sulla clientela corporate, soprattutto quella dei settori più colpiti.