15 Settembre 2025

Tassi sull’Altalena e Prestiti in Ripresa, ma ancora lontani dal pre Covid

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

Nuova limatura al rialzo dei tassi sui mutui immobiliari ad agosto 2025, al 3,3 dal 3,2% di luglio secondo i calcoli ABI: il livello più alto da un anno a questa parte.

Da gennaio l’incertezza dominante lo scenario macroeconomico e geopolitico ha iniziato a pesare sul costo dei finanziamenti più dei tagli Bce al costo del denaro, e dei successivi break di Francoforte. Lo stesso andamento altalenante ha riguardato gli interessi sul credito al consumo, mentre quelli sui prestiti alle imprese continuano lentamente a diminuire al 3,42%, come emerso anche dall’ultimo bollettino Bankitalia. Nel complesso, il tasso medio sul totale dei prestiti resta invariato su base mensile al 3,9%.
Cresce però ogni indice: nei primi 11 giorni di settembre l’Euribor a 3 mesi si è collocato in media al 2,05%, mentre l’Irs ha raggiunto il 2,67%.

Stando all’associazione bancaria, ad agosto i depositi hanno toccato quota 1.836 miliardi di euro (+2,7% a/a), i deteriorati netti hanno proseguito a calare (29,5 mld) mentre l’ammontare dei crediti a famiglie e aziende ha segnato +1,4% annuo: è l’ottavo mese consecutivo di contributo positivo del segmento retail, e il secondo per il più sofferente corporate.
Non tutte le percentuali coincidono nei diversi report: a luglio, ad esempio, la Fabi ha rilevato un +4% a/a per l’erogato del credito al consumo (pari a oltre 5 mld) e +2,9% per i mutui ipotecari (12 mld): in entrambi i business cala l’esposizione residua, a fronte di una sostanziale stabilità della rata.

Di sicuro a trainare l’aggregato restano soprattutto le famiglie, tanto che secondo Crif il 60% degli italiani (+13% s/s) ha ormai un qualche finanziamento attivo.
È vero che il giro d’affari mostra rinnovato vigore tuttavia, allargando lo zoom, negli ultimi 2 anni e mezzo i finanziamenti in Italia si sono ristretti in realtà di oltre 53 mld. In base ai conti di Unimpresa, da dicembre 2022 a giugno 2025 l’erogato ai privati ha perso il 4%, arrivando a 1.274 mld; e il calo ha riguardato appunto solo le imprese (-47,9 mld, -7,4%) e – più in dettaglio – i prestiti a lungo termine (-59,7 mld, -17,3%) destinati di solito a importanti investimenti strutturali, che non hanno controbilanciato quelli a breve (+7,4 mld, +4%).

Ora, proprio mentre i tassi flettono, sulle PMI è piombata la scure dei dazi americani e la maggior parsimonia richiesta nell’accesso al Fondo di garanzia. È in atto una ricomposizione della domanda delle aziende verso prodotti creditizi più agili, legati al capitale circolante, e afferenti anche a canali alternativi a quelli tradizionali.
Dalla fine della pandemia Covid, il retail è rimasto invece invariato (675 mld, -0,8%): secondo l’associazione i mutui casa sono cresciuti leggermente (432,8 mld, +1,3%), mentre i prestiti personali, ora in forte ripresa, sulla distanza risultano in diminuzione (113,4 mld, -18,3%).

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