di Giuseppe Gaetano, editor in chief
Cessione del quinto (+7,6%) e prestiti personali (+12,6%) continuano a trainare le erogazioni di credito al consumo anche nel 2025: quasi +6% nel primo trimestre 2025, secondo i dati dell’Osservatorio Assofin-Crif-Prometeia diffusi ieri.
Uno scenario ottimistico, emerso a inizio mese anche dalle voci dei big player partecipanti al Leadership Forum Summer di Roma, che come sempre ha raccolto i principali attori protagonisti del business retail. Benissimo flusso (+50,2%) ed erogato (+46,9%) dei mutui immobiliari (l’88% sottoscritto a tasso fisso), con riflessi positivi sulle compravendite residenziali (+11,2%); mentre è letteralmente boom per le surroghe (+107,7%).
Nei primi tre mesi dell’anno crescono lievemente anche i finanziamenti “green”, sia per acquisto che per efficientamento energetico; flettono invece prestiti finalizzati (-2,1%) e rateizzazioni con carta di credito (-2,8%).
Nel 2024, inoltre, è proseguito ad aumentare l’intermediato di agenti e mediatori nell’ambito della CQSP (pari al 78%) e dei mutui ipotecari (45%), a scapito delle quote di flussi erogati dagli sportelli.
Un trend positivo dunque, confermato del resto da altre precedenti rilevazioni di mercato. Nel complesso la rischiosità rimane contenuta, con il tasso di default retail fermo da 5 trimestri consecutivi all’1,4%; grazie anche alle politiche di offerta di banche e finanziarie attente alla sostenibilità del debito da parte della clientela, specie ora che i tagli della Bce ai tassi di interesse sembrano avviarsi lento pede al capolinea.
Sui mutui incombono i tempi della direttiva Ue ‘Case Green’, sul credito al consumo l’ormai prossima attuazione della CCD2; ma “in un quadro di incertezza a livello globale, le prospettive del settore sono di una crescita stabile con livelli di rischio sotto controllo” spiegano i ricercatori: nonostante i dazi commerciali e le guerre all’orizzonte, l’overview sull’esercizio in corso vede le famiglie italiane aumentare il ricorso al credito per finanziare i loro progetti di vita.
Peccato non si possa dire lo stesso per le Pmi.
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