Secondo il bollettino diffuso nel weekend da ABI, a maggio 2025 il tasso medio sui nuovi mutui residenziali è sceso al 3,19% dopo la risalita registrata ad aprile sia da Bankitalia che dall’associazione.
Gli interessi di mercato sui nuovi finanziamenti alle imprese proseguono a diminuire, al 3,64% dal 3,77% del mese precedente, per un tasso medio sul totale dei prestiti al settore privato sceso al 4,07% dal 4,14%.
L’ammontare delle erogazioni retail e corporate è rimasto sostanzialmente stabile a livello annuo. Ad aprile, inoltre, il totale crediti deteriorati in pancia agli intermediari è calato ulteriormente a 31,1 mld.
Spinto dalla guerra, vera e non solo commerciale, maggio è stato infine il mese del risparmio: sono aumentati, infatti, sia gli investimenti in titoli che i depositi. Lo evidenzia anche la Fabi, secondo cui il mese scorso la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane ha superato per la prima volta la soglia dei 6.000 miliardi di euro.
Per più di un osservatore il vertice Bce del prossimo 27 luglio potrebbe segnare un break al ciclo di tagli.
E’ chiaro che senza stabilità all’orizzonte, la parabola del costo del denaro da sola non riuscirà a rilanciare davvero investimenti e domanda di credito, specie da parte delle aziende “e questo può incidere anche sulla dinamica delle grandezze bancarie” nota il vice dg vicario ABI, Gianfranco Torriero.
Un aspetto, quest’ultimo, affiorato anche ai Leadership Forum Summer e PMI, chiusi qualche giorno fa a Roma.
Toni Ciolfi (Open Rating): “Migliorando il Rating aumentiamo la finanziabilità delle Imprese”
