5 Settembre 2025

CCD2, FIMAA per l’Accesso dei Mediatori a Banche Dati Creditizie (e non solo)

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

Consentire alle società di mediazione creditizia di accedere alle banche dati creditizie (finora limitate ai finanziatori) e consultare, in sola lettura, il plafond del Fondo di garanzia PMI gestito da Mcc: sono due delle proposte avanzate da FIMAA, a proposito della consultazione pubblica sul Dlgs che recepirà la cosiddetta CCD2.

I mediatori creditizi stanno assumendo un ruolo sempre più centrale, in un mercato che vede diminuire progressivamente la presenza delle filiali bancarie – dice Angelo Spiezia, coordinatore della Consulta nazionale della federazione –. Nella maggior parte dei casi sono il primo soggetto a cui si rivolge il consumatore o l’impresa per un finanziamento“, quindi “devono essere messi in condizione di operare con strumenti adeguati” per “semplificare le istruttorie, aumentare la trasparenza e garantire maggior tutela“.
Oltretutto, pare sia frequente che il cliente scopra solo in sede di verifica bancaria di aver ricevuto delle segnalazioni negative.

FIMAA propone inoltre che i mediatori siano informati preventivamente dall’OAM riguardo indagini sui propri collaboratori, e che sia assicurato un contraddittorio prima di eventuali provvedimenti, e chiede che le società iscritte all’Organismo siano autorizzate a prestare servizi di consulenza sul debito.
Promossa la possibilità che anche agenti o collaboratori a contatto col pubblico possano assumere ruoli direttivi, ma suggerisce di innalzare da 3 a 5 gli anni minimi richiesti in tale attività.

Arrivano le prime reazioni, nel complesso positive, anche da parte della “clientela corporate”, le realtà dedite alla vendita diretta “che grazie a dilazioni di pagamento personalizzate permettono ai consumatori di accedere a beni durevoli senza costi – afferma Ciro Sinatra, presidente di Univendita/Confcommercio –, ma al contempo senza subire indagini patrimoniali da parte delle aziende che si accollano tutto il rischio di credito”. Il riferimento è, chiaramente, all’impetuosa espansione del business Bnpl.
Apprezziamo l’impianto che consente di concludere contratti anche a fornitori di beni o prestatori di servizi” continua l’associazione, consigliando però al Mef di “inserire nel Tub la definizione di creditore come espressa dalla direttiva“, onde “precisare i vincoli per i creditori che offrono dilazioni a titolo accessorio senza interessi o sanzioni”.

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