di Giuseppe Gaetano, editor in chief
Come ampiamente previsto, il CdA di Mediobanca – all’indomani del superamento della soglia del 35% di adesioni – ha ribadito che l’opas di Monte Paschi Siena, anche con l’aumento del corrispettivo in cash, “risulta priva di razionale industriale e convenienza per gli azionisti“, che si accollerebbero gran parte dei rischi connessi al raggiungimento degli obiettivi strategici dell’offerta.
Secondo il board di Piazzetta Cuccia, i 750 milioni di euro in contanti messi sul tavolo da MPS non riconoscono adeguatamente il valore intrinseco dell’azione – anche alla luce delle prospettive individuate dal Piano industriale One Brand-One Culture, esteso a fine giugno al 2028 – e non remunerano adeguatamente il contributo che il Gruppo darebbe al valore della combined entity.
Il nuovo corrispettivo “non è dunque di per sé sufficiente, anche alla luce dei rischi di dissinergie e distruzione di valore che caratterizzano l’offerta, a mutare la precedente valutazione di non congruità e inadeguatezza“, si legge nel comunicato diffuso ai media.
Mediobanca rileva inoltre che la rinuncia alla condizione soglia del 66,67% delle partecipazioni avvalora tutte le criticità già evidenziate, “segnalando in maniera inequivocabile – a dispetto della dichiarata finalità di massimizzare le adesioni – la volontà di MPS di assumere il controllo, anche di fatto“.
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