UniCredit ha di che consolarsi dal fallimento dell’ops su Banco BPM pubblicando, all’indomani della decisione di ritirare l’offerta, una seconda trimestrale 2025 con un utile record di 3,3 miliardi di euro (+24,8% a/a); tanto da alzare la guidance dell’esercizio su tutta la linea, a cominciare proprio dall’utile netto rivisto a 10,5 mld.
Stabile a 3,5 mld il margine di interesse, nonostante il calo dei tassi. Tengono anche le commissioni (2,1 mld -1,0% a/a): in dettaglio, calano quelle da attività di finanziamento e di consulenza (0,4 mld, -6,3%) e su prodotti assicurativi (0,2 mld, -3,4% a/a), con le polizze non vita che in Italia hanno mitigato la flessione; positive invece le commissioni su prodotti di copertura per i clienti (0,2 mld,+27,5% a/a), trainate dal mercato tricolore.
Le attività finanziarie totali cifrano 826,7 mld (+3,4% a/a) tra: raccolta gestita (178,2 mld, +14,7%); assicurazione (57,3 mld, -1,4%); raccolta amministrata (207,2 mld, +4,4%); depositi (384,1 mld, -0,9%). Il costo del rischio si attesta a 10 pb (+9 pb a/a), supportato da un portafoglio crediti di qualità, con elevati livelli di copertura e un tasso di insolvenza pari al 1,2%.
Sostanzialmente invariati i prestiti commerciali lordi medi in bonis (378,3 mld, -1,3% a/a) e il rapporto tra deteriorati e crediti totali (2,6%). Da sottolineare, in questa prima metà dell’anno, le molte partnership e iniziative per i finanziamenti alle imprese. Nella conference call con gli analisti seguita alla diffusione della relazione, l’AD Andrea Orcel ha dichiarato a livello semestrale “volumi in crescita del 12% sui nuovi prestiti: il nostro piano focalizzato sulle PMI – ha spiegato – ha portato ad un’accelerazione della nostra penetrazione nel segmento, con 7,5 mld di finanziamenti aggiuntivi erogati, pari a un aumento del 41%“.
Infine, il CET1 ratio di Gruppo è al 16% mentre il patrimonio sale a 59,8 mld (+7%).
Va detto che, da aprile a giugno, i risultati sono stati influenzati da elementi straordinari, tra cui il consolidamento della partecipazione del 9,9% nella tedesca Commerzbank e l’acquisizione delle jv assicurative con cui è stata completata l’internalizzazione del business bancassicurativo vita nel nostro Paese, “potenza trainante” delle performance di UniCredit come l’ha chiamata Orcel: “Continueremo a cercare opportunità per i nostri azionisti – ha aggiunto a proposito del risiko bancario –, accelerando internamente o trovando altre opportunità” per linee esterne.