15 Luglio 2025

Anticipo TFS: Interessi in Calo, Business sempre più in mano alle Banche

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

A giugno il rendistato generale calcolato da Bankitalia è sceso sotto il 3%, dopo che il paniere di titoli di Stato aveva rialzato la testa a marzo: ora l’indice si posiziona al 2,929% e, in base alla fascia di vita, la percentuale varia dall’1,94% fino al 1,14%.

In pratica – contando lo spread fisso allo 0,5% – su un anticipo del trattamento di fine servizio di 45mila euro, cifra massima richiedibile dai dipendenti pubblici, oggi gli interessi si aggirano intorno ai 1.500 euro. Gli operatori attivi nel business non mancano e la domanda c’è, sebbene non stia registrando volumi da capogiro: il costo per i clienti è infatti notevolmente aumentato da quando, 5 anni fa, le banche sono entrate in questo mercato; e questo ha contribuito, tra l’altro, al forte rilancio dei prestiti personali.
Il controverso esperimento Inps – che intendeva versare subito e per intero la somma dovuta a un tasso “agevolato” dell’1,5% – è fallito miseramente per le risorse insufficienti davanti all’ampia platea di richiedenti. Purtroppo, per i pensionati statali, l’alternativa resta quella di aspettare molto tempo prima di ricevere quanto gli spetta di diritto, anche oltre i 2 anni.

Il Parlamento, con la “scusa” delle casse vuote, prosegue a fare orecchie da mercate alla sentenza n. 130/2023 con cui la Corte Costituzionale ha ordinato di ristabilire uniformità di trattamento con il privato, cancellando differimento e rateizzazione della liquidazione. PLTV.it ha seguito la discussione scaturita dalla pronuncia della Consulta, risoltasi in realtà in una pioggia di diffide spedite all’Inps dai lavoratori.
Da allora, il ministero del Lavoro ha fatto qualche timido tentativo di sbloccare almeno parte del montante maturato – come nel privato – a fronte di spese sanitarie o per comprare casa, ma alla fine non se n’è fatto nulla. Il mese scorso la Cassazione ha dichiarato illegittima anche la soluzione dell’anticipo dell’importo nel cedolino mensile. Dunque, il giro d’affari resta in mano agli istituti di credito.

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