17 Maggio 2024

LTC per Tutti, l’ambizioso progetto IVASS

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

Oltre 70 miliardi di euro di spesa privata e pubblica (che cala di anno in anno) per assistere persone non autosufficienti, pari al 3,7% del Pil; e appena 178 milioni per quella intermediata da polizze, mutue o fondi integrativi.

Nel mentre, le nascite sono al palo e l’età media continua ad avanzare: nel mondo solo il Giappone ha più over 65 di noi, e nel 2050 costituiranno il 34% della popolazione. Il welfare italiano è di fatto già insostenibile: per questo IVASS sta calcolando – con le università di Venezia e La Sapienza di Roma – l’esposizione al rischio di non autosufficienza degli italiani, per arrivare a capire quanto costerebbe un’assicurazione long term care per tutti i cittadini. Un’ambiziosa proposta di legge da sottoporre al parlamento, e da declinare sempre attraverso un partenariato pubblico-privato. Sono tematiche ricorrenti, legate alle altre problematiche del settore, che PLTV segue da anni in molti degli eventi annuali di EMFgroup: dall’ultimo workshop del Protection Lab al recente Italy Protection Forum fino, naturalmente, alla passata edizione dell’Health Insurance Summit.
Il progetto IVASS ricalca – in campo sanitario – quello a cui si sta faticosamente cercando di dare forma in ambito catastrofale, con la copertura obbligatoria per tutte le imprese del territorio nazionale: del resto proprio l’invecchiamento è, insieme al clima, l’altra grande sfida del secolo per governi e compagnie. Anzi, la catastrofe sanitaria, specie in alcune zone del Paese, è ancora più urgente di quella ambientale. Entrambi i fenomeni sono in aumento, ed è adesso il momento di correre ai ripari per evitare il default: lo Stato da solo non riesce a farvi fronte e la combinazione di tutela privata e intervento pubblico appare sempre più come l’unica arma per salvaguardare vita e benessere delle famiglie, in un futuro poi non così lontano.

Lo Stato stabilisce le regole e concede un’agevolazione fiscale, aziende e lavoratori versano i contributi, e le compagnie erogano rendite in denaro o risarcimenti sotto forma di servizi prestati da soggetti del terzo settore specializzati” è la formula anticipata dal consigliere dell’Istituto di vigilanza, Riccardo Cesari, all’ultimo Congresso di ConfConsumatori. Una via percorribile è quella della graduale introduzione di polizze Ltc nei contratti collettivi di lavoro, come è avvenuto per quelle sanitarie. Tuttavia queste polizze integrative, a differenza di quelle private sottoscritte dal singolo, non devono contemplare prestazioni così efficaci in ogni Ccnl viste le suddette basse cifre di spesa intermediata e il persistente, massiccio ricorso dei lavoratori all’out of pocket. Senza contare che oltre una certa età, quando più servirebbero, non vengono più offerte.
Se questi prodotti “collettivi” non prevedono rimborsi decenti e un pronto accesso a servizi degni di questo nome, potranno forse dare una mano ai conti pubblici – e agli esecutivi a lavarsi la coscienza, sostenendo di aver fatto il possibile per chi non ha da parte risorse per curarsi privatamente – ma certo non all’obiettivo ultimo di conservare in salute i nostri anziani connazionali.

Offerta Long Term Care sempre più Strategica. L’esperienza di Vittoria Ass. e Wide Group

 

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