di Giuseppe Gaetano, editor in chief
Quello italiano è l’ottavo mercato assicurativo al mondo per volume nominale di premi: 180 miliardi di dollari nel 2024 (+14,6% a/a) per un global market share del 2,3%.
In cima, senza confronti, gli Usa con 3.497 mld e una quota di mercato globale che sfiora il 45%; seconda, staccatissima, la Cina con 792 mld e una quota di poco superiore al 10%.
L’Italia scavalca la Corea del Sud (176 mld, -0,8%) e tallona il Canada (181 mld, +4,7%); in Ue fanno meglio solo Francia (292 mld, +10,8%) e Germania (266 mld, +5%). Quanto al tasso di crescita, l’anno scorso il Belpaese è stato secondo solo alla Svezia (53 mld, +18,9%), che appare comunque in fondo alla Top 20 stilata da Swiss Re, in 18° posizione. Del resto, i numeri dell’ottimo esercizio 2024 delle nostre compagnie sono stati ufficializzati un paio di settimane fa direttamente da IVASS.
La classifica “planetaria” è stata diffusa ieri dal Gruppo riassicurativo svizzero, all’interno di un paper riguardante in realtà l’impatto negativo dei dazi americani sulla raccolta premi mondiale – sia vita che danni -, sebbene le prospettive di redditività del comparto restino positive grazie ai continui ritorni sugli investimenti. L’incertezza infusa nel sistema dagli snervanti tira-e-molla della Casa Bianca, già da sola basta e avanza a fiaccare l’economia: se e quanto la politica commerciale trumpiana si tradurrà in Europa in un aumento dei costi dei sinistri e delle polizze, dipenderà dai negoziati in corso tra le due sponde dell’Atlantico.
Senza dimenticare che la scure dei dazi doganali è destinata, naturalmente, a ripercuotersi anche sul business del credito.
Ad ogni modo, con la necessaria approssimazione del caso, Swiss Re prevede che il ramo assicurativo più colpito sarà proprio quello automobilistico statunitense mentre – a livello mondiale- calcola un dimezzamento della crescita dei premi totali: +2% nel 2025 (+2,6% danni e +1% vita) e +2,3% nel 2026, quando il quadro dovrebbe tornare più roseo grazie a un rimbalzo dallo shock.
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