30 Giugno 2023

Eurovita Addio, nasce la Newco: 5 Assicurazioni e 25 Banche, Blocco Riscatti prorogato al 31 Ottobre

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

Come ampiamente atteso l’Ivass ha prorogato, per la terza volta, lo stop ai riscatti delle polizze Eurovita: dal 30 giugno al prossimo 31 ottobre 2023, per “consentire l’ordinato trasferimento delle polizze“.

La buona notizia è che significa che l’intesa sul salvataggio – anche sui dettagli, dalle modalità di finanziamento alle percentuali di copertura – è stato raggiunto. “Una soluzione di mercato e quindi di sistema” come chiedeva il ministro delle imprese, Adolfo Urso. “Ci vuole un po’ di buona volontà delle parti – aveva già spiegato a margine dell’assemblea Ivass il commissario Alessandro Santoliquido – e dopo l’accordo ci vorranno dei tempi tecnici” per la migrazione dei prodotti assicurativi, da cui il nuovo rinvio di 4 mesi. Sono ancora da perfezionare infatti “gli accordi definitivi con le banche distributrici necessari per tutelare gli assicurati” recitano i comunicati dal contenuto simile emessi in serata da Generali, Intesa Sanpaolo Vita, Poste Vita, Unipol e Allianz; tuttavia “l’intera operazione, che si articolerà in successive fasi, rappresenta un segnale forte di fiducia e impegno dei principali gruppi assicurativi operanti in Italia a tutela del mercato e della clientela“. Scongiurato dunque anche il pericolo che il fascicolo aperto sul dossier dalla Procura di Milano, senza indagati né reati ipotizzati, potesse rallentare o addirittura far saltare il tavolo.
L’ok definitivo dei Cda delle banche è arrivato solo venerdì sera, dopo giorni di negoziati ininterrotti: era la dead line, ed è stata sfruttata fino all’ultimo per dettagliare i termini dello schema di intervento. Questo ha costretto l’Ivass a ufficializzare in extremis il posticipo del blocco ai riscatti, che era nell’aria da settimane. Ora, prima di procedere alla suddivisione, i 5 Big assicurativi coinvolti nel piano daranno vita a una new company in via di costituzione partecipata in maniera paritetica, riassumendo i 250 dipendenti Eurovita. La nascita di una nuova società servirebbe a velocizzare la messa in sicurezza e le procedure di rimborso (attese tra il 20 e il 30%) ma difficilmente tranquillizzerà e stabilizzerà gli umori della clientela della compagnia commissariata, evitando quella fuoriuscita repentina e istantanea di capitali alla scadenza dello stop ai riscatti, che concretizzerebbe le perdite sulle obbligazioni sottostanti le polizze di ramo I spalmandole su più attori: 25 banche in tutto, non solo tra quelle collocatrici.

È qui che la trattativa ha richiesto più tempo ma alla fine, anche nel comparto bancario, i “Big” sono scesi in campo disposti a fare da scudo agli “small”. Il settore si è tutelato ampliando la platea di istituti di credito in campo, per difendere i più piccoli e scongiurare il “contagio”: forniranno linee di credito per quasi 6 miliardi, con gli altri 3 distribuiti da reti agenziali a carico delle compagnie. Il tasso fisso sui finanziamenti alle compagnie, della durata di 8 anni, è stato stabilito indicativamente al 4%. La condizione che le polizze collocate da una banca confluiscano nella stessa compagnia potrebbe non dividere il portafoglio totale esattamente in 5 e dar vita a nuove partnership distributive.
L’ipotetica corsa al riscatto dei consumatori resta uno scenario tecnicamente irrazionale che, per l’allungamento dei tempi e l’enfasi mediatica raccolta dalla vicenda, purtroppo è diventato ormai più che probabile. In realtà ritrovarsi in mano a quella data un prodotto brandizzato col logo dei 5 gruppi suindicati, anziché un marchio neonato, sarebbe la migliore garanzia di sicurezza e tranquillità per i risparmi dei clienti della ex (a quel punto) Eurovita; anche perché la strada della divisione in 5 della newco verrebbe comunque intrapresa successivamente. Da qui all’autunno, intanto, Radiocor riporta che gli attori in campo potrebbero imboccare la via della liquidazione coatta amministrativa di Eurovita. Per i 350mila contraenti non cambierà nulla ma consentirebbe un ristoro ai titolari di 160 milioni prestiti subordinati della compagnia che non rientrano nel piano e che – secondo l’agenzia del Sole24Ore – vedrebbero esposto Gic, il fondo sovrano di Singapore, per 110 milioni e vari investitori istituzionali – come Banca Popolare Puglia e Basilicata, Sara Assicurazioni e Raiffeisen – per i rimanenti 50.

Per l’Ivass Eurovita è “una situazione del tutto nuova e inattesa“, dato che in Italia non esiste uno schema giuridico di risoluzione dei default assicurativi, ma anche una lezione da cogliere per evitare che si ripeta, magari creando dei “fondi di garanzia, già presenti da tempo in Paesi vicini come Francia e Germania“. Qualche settimana fa la bassa Solvency è costata la licenza alla compagnia vita slovacca Novis, con oltre mille sottoscrittori in Italia dove operava in libera prestazione di servizi. L’Europa sta accelerando sull’approvazione della IRRD – Insurance recovery and resolution directive -, normativa comunitaria sugli interventi per la risoluzione di crisi assicurative: una direttiva-quadro, a cui la Commissione Ue lavora da 3 anni, simile alla BRRD delle banche. Il provvedimento ha diviso gli Stati e l’iter, anche per la scadenza delle prossime elezioni europee, non è esattamente in discesa: il Consiglio europeo e l’EIOPA, ad esempio, avevano chiesto (inutilmente) di introdurre anche schemi Igs di protezione degli assicurati.
Secondo Insurance Europe, di cui è parte Ania, gli stringenti requisiti patrimoniali di Solvency II sono già una garanzia sufficiente ed è meglio non caricare di troppe spese il comparto lasciando ampi margini di declinazione della cornice generale ai singoli membri. Se ne riparlerà a settembre ma il Parlamento, bene che vada, non l’approverà prima dell’inverno. La verità è che bisogna trovare il modo di far tornare appetibili le polizze a capitale garantito, o presentare ai clienti nuove offerte più allettanti. L’impennata dei riscatti che in un anno ha spedito gli utili in rosso non è un mistero, ed ha riguardato più il canale bancario che le reti agenziali: nel comparto Vita i costi supereranno i rendimenti ancora per diversi mesi e ce ne vorranno prima che le vecchie polizze incorporino i Btp più recenti.

Ivass su Polizze Vita: Criticità nella Customer Retention. I Riscatti più Alti d’Europa

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