3 Maggio 2023

Banche: Nuova Stretta sui Prestiti nel I Trimestre, ma Rialzo Tassi positivo fino a Bilanci 2024

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

I criteri di offerta sui prestiti bancari a imprese e famiglie hanno registrato un ulteriore irrigidimento nel primo trimestre 2023, superiore alle aspettative delle stesse banche: segno che percezione e tolleranza del rischio non si sono raffreddate.

L’Indagine sul credito bancario diffusa ieri da Bankitalia contribuisce all’analoga statistica pubblicata dalla Bce, che rileva una situazione molto simile in tutta l’Ue. In Italia costi di provvista e vincoli di bilancio hanno contribuito all’inasprimento di termini e condizioni applicati a tutte le categorie di prestiti, inclusi i depositi a breve termine, tranne che per il credito al consumo. Senza scendere in numeri, il comunicato rileva che nei primi 3 mesi dell’anno la domanda di finanziamenti delle aziende è diminuita, riflettendo calo degli investimenti fissi e aumento dei tassi di interesse, mentre quella per scorte e capitale circolante continua ad essere positiva. Anche la domanda di mutui immobiliari da parte delle famiglie si è ridotta; invariata, invece, quella per finalità di consumo. Nell’Eurozona, la Bce rileva che “il ritmo di inasprimento è rimasto ai livelli più elevati dalla crisi dei debiti pubblici del 2011“: il 27% degli istituti ha ristretto la concessione di finanziamenti alle imprese, il 19% dei mutui, il 10% dei prestiti al consumo.

Gli intermediari non prevedono allentamenti della stretta creditizia nel trimestre in corso, mentre le richieste di finanziamento diminuirebbero ulteriormente, anche per l’indebolimento della dinamica immobiliare. Tassi e inflazione, restano i due aghi della bilancia: se Francoforte resterà in modalità restrittiva ancora fino a giugno, secondo l’Istat la fase di rientro dell’inflazione ha subito una battuta d’arresto, principalmente a causa della nuova accelerazione dei beni energetici: ad aprile l’indice nazionale dei prezzi al consumo ha segnato +0,5% su base mensile e +8,3% annua, dal +7,6% di marzo (in Ue è al 7%). Tuttavia, l’effetto benefico dei rialzi su bilanci e redditività delle banche è destinato a proseguire anche nel 2024: “Nel 2022 abbiamo visto gli introiti da tassi salire del 50% e al 2024 i modelli ci dicono che l’effetto positivo sui margini di interesse può più che controbilanciare l’effetto negativo sulla qualità degli asset” ha detto sempre ieri il presidente della Vigilanza Bce, Andrea Enria, pur invitando le banche a non farsi distrarre dagli utili ma a “focalizzarsi sui costi di finanziamento” e su “azioni proattive quando vedono deterioramenti“.

Enria, intervenuto a un convegno, non vede la necessità di alzare il livello di garanzia dei depositi bancari ma reputa doveroso non deviare dal rafforzamento dei requisiti patrimoniali stabiliti da Basilea III. L’Abi, d’altro canto, non vede nemmeno il bisogno di una tassa sugli extraprofitti bancari: aumenterebbe i rischi di credit crunch. Inoltre il maggior costo del denaro non ha portato solo benefici agli istituti ma anche rischi, ricorda il dg Giovanni Sabatini al Sole24Ore, citando ad esempio la volatilità delle Borse e l’incremento degli accantonamenti di fronte al fantasma degli NPL e agli aumenti di capitale pretesi dal 2025 proprio da Basilea. E a giugno c’è il maxi rimborso alla Bce di 143 miliardi di prestiti low cost. Per Bankitalia, anche a causa dei 96 miliardi di Tltro3 già rimborsati dallo scorso novembre, al momento poco meno della metà delle banche ha liquidi sufficienti: il resto va rifinanziato sul mercato o presso la stessa Banca centrale, a costi allineati ai tassi e dunque con ricadute sulla redditività. Per quanto riguarda le turbolenze sui listini, arriva almeno un po’ di sollievo dagli Usa col salvataggio di First Republic Bank rilevata da JPMorgan, anche se le tensioni oltreoceano non si sono ancora placate.

Credito, ABI si Allinea a Bankitalia: anche a Marzo Tassi sù e Prestiti giù

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