Mediobanca archivia l’esercizio 2024-24 con l’utile netto a 1.330 milioni di euro (+4% a/a) e margine di interesse stabile (1.972 mln, -1%), nonostante la forte pressione competitiva sugli impieghi e il calo dei tassi di mercato teso a ridurne il rendimento.
Il credito al consumo supera i 9 miliardi (+8,5%), di cui 2,4 erogati nell’ultimo trimestre, con l’80% dei prestiti personali (4,3 mld, +10,3%) derivante da produzione diretta e ampliamento degli spread; anche i finanziamenti corporate sono in ripresa negli ultimi mesi, riflettendosi sugli erogati di Lending e Finanza Strutturata (7,2 mld, +62%) e sui nuovi mutui ipotecari, che saldano a 1,6 mld. Nel complesso gli impieghi cifrano 54,3 mld (+3,6%) trainati soprattutto dalle divisioni Consumer Finance (16,1 mld, +5,6%) e Large Corporate (17 mld, +5,8%), compensando così il calo del factoring 2,4 mld, -17%).
Si riducono ancora i deteriorati lordi (1.175,1 mln, -12%), per una incidenza sui crediti totali pari al 2,1% e una copertura degli impieghi in bonis all’1,13% (3,25% nel Consumer)
Crescono le commissioni (1.072 mln, +14%), grazie anche alla risalita dei volumi: bene, all’interno dell’aggregato, l’attività creditizia (247,2 mln, +1,7%). La raccolta guadagna quasi 7 mld nei 12 mesi, raggiungendone in tutto 70,6. Il costo del rischio scende a 44bps e il CET1 ratio resta pressoché invariato al 15,1%.
La guidance per l’esercizio 2025-26 vede, tra l’altro, un margine di interesse ancora resiliente grazie, in particolare, alla tenuta dei margini del comparto CF. I risultati appaiono perfettamente in linea con il Piano strategico aggiornato un mese fa al 2028. L’AD Alberto Nagel ribadisce il convinto no all’offerta di Monte Paschi Siena considerandola “priva di razionale industriale, sconveniente finanziariamente per gli azionisti e ostativa alla trasformazione del Gruppo, insieme a Banca Generali, in un leader del Wealth Management“.