16 Febbraio 2024

Filiali, 1 Sportello su 5 è di una Banca Mutualistica: più Raccolta e Prestiti per le BCC

Nuovi dati aggiornati dalla First Cisl sul fenomeno della desertificazione bancaria in Italia: negli ultimi 2 anni costi operativi economicamente insostenibili e massicci investimenti nell’internet banking hanno chiuso oltre 1.500 filiali fisiche in Italia, 677 nel 2022 e 823 nel 2023, contribuendo allo spopolamento di molti centri specie del Sud.

Nel medio lungo termine alcuni player come Mps le hanno addirittura dimezzate. Ad oggi 3.300 comuni, 4,4 milioni di cittadini e 255mila imprese sono rimaste senza questo servizio essenziale nel territorio di residenza o domicilio: una superficie che in metri quadrati equivale a un quarto dello Stivale e, per il segretario generale del sindacato Riccardo Colombani, il 2024 sarà anche peggio visti gli obiettivi di riduzione della rete commerciale su strada emersi dai Piani di molte banche, e i risiko bancari all’orizzonte destinati a sovrapporre gli sportelli anche là dove ce ne sono ancora di superstiti.
Il trend è in ascesa e – se non fosse per confidi, società di mediazione creditizia e reti distributive che stanno rapidamente subentrando nel contatto diretto con la clientela, anche tramite nuovi modelli di store finanziario su strada – la situazione sarebbe perfino più grave, considerato che la migrazione dei clienti sul canale web non procederebbe con gli stessi ritmi serrati dello smantellamento degli uffici: per l’Osservatorio First Cisl, in realtà, poco più della metà degli utenti italiani utilizza i servizi digitali contro una media Ue che sfiora il 64%.

Pare che negli Usa si siano accorti che, forse, si sta schiacciando un po’ troppo in fretta sul pedale della digitalizzazione, esasperandola: “Jp Morgan e Bank of America stanno aprendo centinaia di filiali e continueranno a farlo nei prossimi anni – afferma Colombani -, è un segnale chiaro: la presenza sul territorio fa bene alla società e anche ai bilanci delle banche. È tempo che in Italia il problema venga affrontato dalla politica e dalle istituzioni”.
In questo contesto, le filiali di banche di credito cooperativo e casse rurali (stabili a poco più di 4mila nel 2023) – senza aumentare ma neanche diminuire in maniera frenetica come quelle dei grandi gruppi –  in 20 anni sono passate a costituire dal 10 al 50% di tutti gli sportelli attivi sulla penisola. Stabile, nel confronto annuo, anche il numero di comuni coperti (2.521, di cui 747 in maniera esclusiva) e bancari occupati (29mila circa). L’effetto si è fatto sentire: secondo Federcasse, l’anno scorso i prestiti erogati dalle Bcc sono saliti a circa il 23% del complesso dei finanziamenti concessi a imprese artigiane, piccolo manifatturiere, turistiche e agricole; con percentuali a due cifre anche per edilizia, immobiliare, commercio e terzo settore. Migliorano, inoltre, patrimonializzazione e qualità del credito (-25% dei deteriorati lordi). Insomma, la vicinanza alla clientela – che può e deve esplicarsi anche digitalmente, senza per questo abdicare alla relazione in presenza – sembra pagare anche a livello di bilancio, oltre che di immagine.

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