2 Febbraio 2024

Dove Vanno i Clienti quando Chiude una Filiale

Il 40% dei comuni italiani non ha nemmeno uno sportello e in 10 anni le banche sono diminuite del 38, le filiali del 36 e i dipendenti del 16%.

Spopolamento e desertificazione bancaria vanno a braccetto quasi esclusivamente nei piccoli centri e – da un nuovo aggiornamento demoscopico Uilca – emerge che, se chiudesse lo sportello di riferimento, il 66,8% della clientela continuerebbe comunque a cercare un ufficio fisico: il 48,5 si rivolgerebbe a un’altra filiale; il 18,3 allo sportello postale; e solo il 25,4% utilizzerebbe i servizi online dell’istituto di credito che ha fatto i bagagli. C’è addirittura un 13,8% che afferma di aver cambiato residenza o domicilio proprio per l’assenza di uffici e agenzie fisiche, spesso associata alla mancanza di altri servizi essenziali, a cominciare da ospedali e farmacie: una spirale mortifera per il territorio.
A parte la trovata delle “case a 1 euro”, in questi anni lo Stato non ha fatto granché per invertire il trend: spetta solo alle banche farsi promotrici di una rivitalizzazione generale dei comuni abbandonati, specie quelli montani, che coinvolga contemporaneamente tutti gli altri settori economici interessati trasversalmente da quello del credito, dai trasporti alle costruzioni? Parliamo di una quota importante di famiglie e imprese del Paese, che sarebbe una sconfitta escludere dal giro d’affari.

Forse sarebbe il caso che il governo incentivasse fiscalmente gli intermediari che resistono alla tentazione di andarsene in remoto. I numeri concreti su chiusure e impatto occupazionale sono identici a quelli già diffusi su PLTV a fine 2023 e fanno il paio con la parallela impennata dei canali digitali come veicolo di offerta e sottoscrizione di prodotti tramite app, che stanno rapidamente facendo sparire dalla circolazione il contante. Un business in evoluzione rispetto alla staticità dei tradizionali modelli distributivi: le reti commerciali di agenzie e point finanziari – un tempo asset strategico, oggi passività – faticano ad aggiornarsi e a cambiare pelle, pur essendo in corso dei tentativi di ammodernamento e rinnovo dei classici punti vendita su strada.
Non sono solo i grandi gruppi ad “ottimizzarli”, eppure i clienti li considerano il luogo elettivo della consulenza su prestiti, risparmi e investimenti (specie se ingenti): pur nelle differenze regionali, oltre metà degli intervistati si reca in una filiale fisica almeno una volta al mese, e la stragrande maggioranza è contraria alla sostituzione col bancomat (che, in attesa dell’IA, per ora non è abilitato a fare consulenza o fornire spiegazioni all’utente).

La soluzione più votata dai clienti prevede “uno spazio dedicato all’interno del Comune, dove a turno si possano fissare appuntamenti settimanali con un bancario del proprio istituto” afferma Fulvio Furlan, segretario generale di Uilca. Abbassare la serranda mina “il rapporto fiduciario – avverte l’Anci -, essenziale soprattutto per le persone anziane, più preoccupate per l’amministrazione dei propri risparmi” o che risiedono in aree remote, tutt’oggi irraggiungibili da una connessione internet decente.
Ma la digitalizzazione è ineluttabile così come le sue conseguenze sui servizi ai cittadini e su un capitale umano qualificato, sacrificato a favore di giovani profili professionali con skill tutt’altro che finanziarie bensì altamente informatiche e tecnologiche. Di qui il rinnovato ruolo sussidiario delle Poste – che stanno rafforzando la presenza nei piccoli comuni grazie a un progetto dello Stato – e di BCC e Popolari, che contano ancora su una buona capillarità locale: basteranno? Di recente il Cnel (si, quello che Renzi voleva chiudere) si è fatto promotore di un tavolo nazionale per affrontare questa problematica: basterà?

La Desertificazione Bancaria Colpisce anche i Bancomat, le BCC non Bastano: la “Supplenza” delle Reti Distributive 

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