di Giuseppe Gaetano, editor in chief
Un “quarto uomo” starebbe per scendere in campo dopo quelli bancario, finanziario e – prossimamente – assicurativo: è quello previdenziale, facente capo a Covip
L’idea è stata lanciata dal presidente, Mario Pepe, durante la recente presentazione dell’attività svolta nel 2024.
Nelle intenzioni, l’Arbitro previdenziale – a cui potranno rivolgersi gli iscritti e gli stessi fondi – servirà soprattutto alla risoluzione stragiudiziale dei contenziosi riguardanti Casse e asse ereditario, per verificare – come nelle polizze vita – eventuali parenti intestatari o beneficiari.
Lo strumento assolverebbe a una funzione più che altro psicologica: di protezione nei confronti di lavoratori e pensionati, e di stimolo agli operatori del settore nell’adottare comportamenti corretti e trasparenti.
Tra gli altri obiettivi: migliorare l’accesso alla giustizia dei cittadini, supportare la vigilanza dell’authority di riferimento e soprattutto sgravare di pratiche il sistema giudiziario ordinario, sebbene le sentenze degli arbitri non siano vincolanti.
E’ vero che, negli ultimi 5 anni, esposti alla Commissione (500) e reclami contro i fondi (meno di 4mila l’anno) non sono aumentati; non sono però neppure scesi, se non leggermente, e continuano a riguardare in massima parte i Piani pensionistici individuali.
A ben vedere, nel complesso non sono diminuiti granché neanche quelli indirizzati all’Abf, tanto elogiato da istituzioni e media. Ma questo è un altro discorso.
Risparmio, Investimenti, Previdenza, Protection: sfiducia e incertezza mortificano la Domanda