16 Maggio 2023

Cavalcare l’Insurtech: 7 Consigli di IIA alle Compagnie

di Giuseppe Gaetano, chief editor

Piattaforme di OpenAI, data analytics, blockchain, machine learning, IoT e robotic process automation stanno riscrivendo gli strumenti dell’assicurazione: da qui a qualche anno solo i player in grado di reinventarsi resteranno competitivi nella rivoluzione digitale in corso.

Gli investimenti nel comparto insurtech sono passati da 50 a 450 milioni di euro in due anni ma l’Italian Insurtech Association ha recentemente rivisto l’auspicio di toccare il miliardo nel 2023, spostando l’asticella del traguardo a fine 2024, quando secondo l’associazione la quasi totalità delle polizze sarà ormai digitale. La previsione è di scattare a 5 miliardi al 2030, con un CAGR del 27%. “Le compagnie e i broker italiani si sono concentrati su innovazioni legate ai processi di back office o con ritorni nel breve periodo – dichiara Filippo Renga, direttore dell’Osservatorio Fintech&Insurtech del Politecnico di Milano, indicando ad esempio nell’automatizzazione delle pratiche dei sinistri una delle applicazioni più gettonate -. D’altro lato, consumatori e aziende apprezzano sempre più i servizi digitali di carattere assicurativo, sia in fase di sottoscrizione che nella gestione del prodotto, con una forte predisposizione verso l’embedded insurance”. Il 45% di chi ha contratto una polizza viaggio nel 2022 l’ha fatto tramite siti turistici e, una volta provata, l’89% la rinnova online; il 35% delle Rc auto sono state sottoscritte direttamente dal concessionario.

Secondo i ricercatori milanesi, addirittura oltre l’80% dei clienti avrebbe acquistato su internet una polizza cybersecurity per dispositivi elettronici. La crescita di investimenti, più in progetti interni che in partnership con startup, riflette l’incremento della vendita di coperture assicurative tramite canali web. La penetrazione digitale in rami consolidati come auto/moto, salute e casa è rispettivamente al 55, 58 e 52% mentre nel ramo vita resta al 36%. Il Manifesto 2023 dell’IIA delinea una strategia in 7 punti rivolta alle compagnie italiane, per ridurre il gap con altri grandi Paesi Ue e aumentare la penetrazione nel mercato nazionale. Ne è nata una sorta di “call to action”, un programma di education tecnologica dell’intera filiera assicurativa nella convinzione che solo la digital trasformation – con la sua automazione e personalizzazione di ogni processo della macchina – potrà infondere linfa vitale all’offerta, allinearsi alla transizione già in essere in altri settori dell’economia (incluso il bancario e il retail) e raggiungere nuovi segmenti di business in ambiti come travel, utilities, telco, mobility. Nel report l’insurtech è presentata come una dimensione che coinvolge cultura aziendale, organizzazione e gestione dei dati, relazione con i clienti. In una parola: la stessa immagine dell’industria assicurativa.

Insurtech or Out” recita infatti il titolo dell’ultimo libro scritto a 4 mani proprio da Simone Ranucci Brandimarte e Gerardo Di Francesco, presidente e segretario generale dell’IIA. Nei prossimi 10 anni prevedono: aumento della penetrazione assicurativa su segmenti di clientela attualmente sotto assicurati grazie a un’offerta più flessibile, integrata, modulare e customer centric (distribuita anche da nuovi soggetti con formula B2B2); evoluzione delle garanzie accessorie e dell’embedded insurance, che entro il 2030 in Italia varrebbe 60 miliardi; consolidamento della figura del “bionic agent”, ovvero l’intermediario ultratecnologico nell’operatività (già oggi il 64% dei payer tra broker, agenti e subagenti vede il digital come opportunità per migliorare produttività e ritorni); e infine passaggio, specie in campo salute e micromobilità, a un approccio di assistenza attiva “from cure to care”. Insomma: sì a sperimentazioni e sviluppo di canali e competenze, no a focus di breve termine. L’unico rischio, a nostro avviso, è che così la “consulenza” rischi di tramutarsi rapidamente in mera “assistenza”.

Riassumiamo ad ogni modo i 7 “consigli” del loro Manifesto:

  1. Promuovere investimenti insurtech
  2. Supportare lo sviluppo dell’ecosistema start up
  3. Aumentare i volumi di premi su piattaforme digitali
  4. Creare knowledge e divulgazione
  5. Formare su competenze all’avanguardia
  6. Supportare l’evoluzione dell’open & embedded insurance
  7. Promuovere l’insurtech italiano nel mondo

L’Importanza dell’Insurtech nella Gestione del Rischio per il Piccolo Commercio

(Visited 111 times, 1 visits today)
Navigazione fra articoli