22 Marzo 2023

Swiss Re: in Italia 37 Miliardi di Danni in 10 anni, Gap Assicurativo dell’87%

Per il secondo anno consecutivo, i danni da disastri naturali coperti da assicurazione hanno superato i 100 miliardi di dollari. Questi dati confermano un aumento medio annuo del 5-7% dei sinistri assicurati negli ultimi tre decenni, come rivela l’ultimo rapporto sigma di Swiss Re.

Purtroppo, le catastrofi naturali continuano ad aumentare sia di frequenza che di intensità, provocando danni sempre maggiori. Il settore assicurativo può svolgere un ruolo importante sia nel post, sostenendo le perdite ed aiutando la ricostruzione, sia nel pre, preparando ad attutire agli effetti degli eventi avversi. C’è ancora molto da fare, in particolar modo per l’Italia. Noi siamo il Paese più esposto alle calamità ma, ironicamente, ma siamo anche quelli meno protetti. Infatti – ha detto Daniela D’Andrea, ceo Swiss Re Italia – da noi non è coperto dalle polizze l’87% delle perdite dovute a catastrofi naturali, mentre nel Regno Unito siamo al 25%, in Svizzera al 31%, in Francia al 47% e in Germania al 58%”.

In effetti, nell’ultimo decennio gli eventi meteorologici estremi in Italia, tra cui piogge intense, grandine e trombe d’aria, sono più che quadruplicati, passando da 348 eventi nel 2011 a 1.602 nel 2021. In totale, tra il 2013 e il 2022 le catastrofi naturali (terremoti, frane, alluvioni, siccità, etc) hanno provocato danni in Italia per un ammontare complessivo di 37 miliardi di dollari. Di questi, solo 5 miliardi erano assicurati. Ciò vuol dire che 32 miliardi non erano coperte da polizze, con un “protection gap” pari all’87% del totale.

In tutto il mondo le catastrofi naturali continuano a provocare danni a ogni tipo di proprietà e questo determina maggiore domanda di coperture assicurative. Nel frattempo, nel 2022 l’inflazione ha raggiunto una media del 7% nelle economie avanzate e del 9% in quelle emergenti e ciò ha provocato un incremento del valore nominale di edifici, veicoli e altri beni assicurabili, facendo così lievitare l’ammontare delle richieste di risarcimento per danni.

La tempesta economica non è finta e l’aumento dei tassi di interesse potrebbe continuare a spingere l’onda dell’inflazione. Questo vuole dire maggiori costi di finanziamento e, di conseguenza, è possibile che il settore assicurativo resti più cauto nell’allocazione del capitale per una serie di ragioni, tra cui le perdite riscontrate e nuove valutazioni sui rischi. Poiché maggiori esposizioni si contrappongono a una ridotta propensione al rischio, riteniamo infine probabile che continui il trend di prezzi crescenti, un incremento delle riserve e la tendenza ad una stretta per ciò che riguarda termini e condizioni”, ha spiegato Jérôme Jean Haegeli, group chief economist di Swiss Re.

L’uragano Ian, che ha colpito la Florida lo scorso settembre con una tempesta di categoria 4, ha provocato danni assicurati stimati in 50-65 miliardi di dollari. È stato di gran lunga l’evento più costoso dell’anno e, dopo l’uragano Katrina del 2005, secondo il Report sigma è la seconda catastrofe naturale più pesante di sempre per il settore assicurativo.

Nel febbraio 2022 una serie di tempeste (Eunice, Dudley, Franklin) nell’Europa nord-occidentale ha provocato sinistri superiori ai 4 miliardi di dollari, quasi il doppio della media del decennio precedente. Altro triste record di perdite nel 2022 è stato causato dalle grandinate in Francia, che ha determinato perdite per 5 miliardi di dollari.

I danni dovute a inondazioni sono state di poco superiori alla media; l’alluvione peggiore c’è stata in Australia orientale tra febbraio e marzo, provocando perdite per le assicurazioni pari a 4,3 miliardi di dollari (tra l’altro è la più grande catastrofe naturale mai verificatosi in Australia).

All’estremo opposto, ondate di calore record e siccità hanno colpito tutto il mondo. In Brasile le rese dei raccolti, in particolare di soia e mais, sono state le più penalizzate, con perdite assicurate pari a 1 miliardo di dollari.

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