28 Febbraio 2023

Italia, i Mutui Migliori per i Salari Peggiori: Aumentano le Aste

di Giuseppe Gaetano, chief editor
Meglio passare al mutuo a tasso fisso anche se molto più alto che in passato (3,5% su durate a 30 anni e intorno al 4% per periodi più brevi), garantendosi dall’eventualità di una seconda ondata inflattiva e dunque da nuove strette monetarie della Bce; o abbracciare un Euribor che dal 2024 potrebbe cominciare a scendere gradualmente, specie se l’avvitamento inflazione-tassi condurrà davvero alla recessione? 
Di certo, in un anno di rialzi, il costo del denaro ha già ridotto il potere d’acquisto dei contraenti: con gli importi attuali delle rate, i nuovi mutuatari possono permettersi in media immobili di minor valore. C’è anche il rinvio dell’acquisto a tempi migliori, ad esempio, dietro l’ottima tenuta del mercato degli affitti. Ma c’è anche un’altra spia del momento di difficoltà che attraversa il settore: sempre più case degli italiani finiscono all’asta, a Nord come a Sud dello Stivale. Nel 2022 sono state oltre 113mila le unità oggetto di esecuzioni immobiliari, per un controvalore di almeno 16 miliardi di euro. Sono dati di Save Your Home, società che promuove la cartolarizzazione a valenza sociale, anche per aiutare gli istituti a recuperare il loro credito senza disperdere valore. 
 
Ad oggi fra il 30 e il 40% delle famiglie ha difficoltà a pagare la rata del mutuo – dice il Ceo Gianfranco Dote -, un problema per l’intero sistema paese perché le banche vedono la qualità dei loro crediti scendere, costringendole a cederli per poterne recuperare una parte“. Una congiuntura che, per adesso, si sta facendo sentire più su numero e valore delle contrattazioni che sul prezzo degli immobili: questi, dal 2010, non solo non si sono rivalutati in termini reali (cioè calcolando anche l’inflazione) ma si sono addirittura svalutati in termini nominali. Soprattutto il settore non residenziale: nei prossimi mesi, infatti, gli operatori si aspettano un repricing al ribasso delle quotazioni degli asset tra il 15 e il 20%.

La media Ue, invece, continua a crescere: è il riflesso della crisi dei salari italiani, gli unici a calare da anni in Europa. La decaduta incompatibilità tra le attività di agente immobiliare e mediatore creditizio non ha avuto effetti finora sul business, tra l’altro interessato qualche settimana fa dalla sentenza della Corte di Giustizia Ue che – in un corto circuito con la Lexitor – fa un distinguo sul mutuo immobiliare escludendo i costi upfront dal rimborso in caso di estinzione anticipata. Ad ogni modo, il mercato immobiliare da tempo è asfittico rispetto a quello del continente nonostante i tassi sui mutui offerti dalle nostre banche siano tra i migliori: secondo la European mortgage federation, intervenuta anche all’ultimo Leadership Forum di EMFgroup, nel terzo trimestre 2022 costavano in media il 2,26% contro il 3,48% di media europea. 

https://www.pltv.it/news/consulenza_creditizia/roberto-ghisellini-e-cambiata-la-politica-di-offerta-dei-mutui-minore-domanda-plafond-di-16-mld-per-famiglie-e-imprese

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