di Giuseppe Gaetano, editor in chief
Aumentano le perdite non assicurate provocate da calamità naturali, a causa della crescente intensità e frequenza degli eventi legati al cambiamento climatico e della vulnerabilità delle aree geografiche più esposte. E aumenta anche l’esposizione delle compagnie: l’incremento delle coperture offerte si è accompagnato negli anni a una significativa riduzione della profittabilità, soprattutto per i sinistri eccezionali del 2023.
E’ solo un elemento tra i molti contenuti nel Rapporto 2025 dell’Ivass sui Rischi catastrofali e di sostenibilità, basato su dati quantitativi di fine 2023 che non avevano ancora conosciuto lo scossone dato al mercato negli ultimi mesi dall’attuazione della nuova normativa, che oltre ad alcuni fenomeni atmosferici e idrogeologici estremi contempla peraltro anche il terremoto.
Scopo dell’indagine è costruire un sistema di dati sui rischi Esg per supportare obiettivi istituzionali, come appunto l’obbligo già in corso per le grandi aziende italiane, alla luce del quale è fondamentale ridurre il protection gap e rafforzare il ruolo sociale dell’assicurazione.
Tra gli aspetti positivi, la maggiore “disponibilità e qualità dei dati e l’affinamento dei metodi per determinare le grandezze di sottoscrizione”, ad esempio premi e somme assicurate per singoli pericoli climatici.
Quasi tutti i player affermano di aver incorporato fattori ESG nelle strategie di governance, o di stare per farlo. I Big, in particolare, segnalano interventi su: 1) revisione delle tariffe e dei limiti contrattuali e/o esclusione di determinati eventi dal prodotto; 2) piani di riassicurazione per eccesso di sinistro, onde mitigare sinistri punta; 3) presidi di controllo e di limiti di tolleranza per la sottoscrizione.
Il 74% della raccolta del segmento è in mano ai primi 5 gruppi e, complessivamente, risulta in graduale crescita dagli 1,8 miliardi di euro del 2018 ai 2,8 mld del 2023; nello stesso periodo le uscite delle compagnie sono passate però dagli 1,5-2 mld registrati in media tra 2018 e 2022 agli oltre 7 di due anni fa.
La quasi totalità dei premi cat nat arriva da polizze “incendio e altri danni ai beni”, soprattutto a protezione di immobili, o da “altre assicurazioni auto”: l’80% è a garanzia da rischi acuti come inondazioni, tempeste e grandine. Quest’ultima concentra il 60% dei premi lordi contabilizzati dal comparto e il 70% degli oneri relativi a sinistri. La riassicurazione si rivela efficace per ridurli, migliorando la redditività del 60%. Nel 2023 le cessioni riassicurative cat nat sono cresciute del 13,4% annuo.
Il testo integrale della relazione è sul sito della vigilanza, a questo link.
Preventivass Cat Nat in arrivo, 580 compagnie coinvolte nell’Obbligo assicurativo