11 Agosto 2023

Anticipo TFS, a Breve la Decisione su Tempi e Modi della Liquidazione

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

Sono attese presumibilmente a fine agosto le linee guida del governo sul pagamento tempestivo della liquidazione agli statali, ordinato dalla Corte costituzionale il 23 giugno scorso.

Anche perché in autunno i sindacati minacciano di ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’uomo, se la sentenza su quella che considerano una “appropriazione indebita” dell’Inps non sarà soddisfatta. In ballo la possibilità di chiedere da subito l’anticipo del Trattamento di fine servizio alle banche, gratuitamente, con lo Stato a sobbarcarsi gli interessi almeno per i redditi più bassi, secondo quozienti familiari da stabilire. D’altronde in cassa non ci sono risorse sufficienti per pagare immediatamente i 14 miliardi sfiorati solo dalle pensioni di vecchiaia differite, prima che l’inflazione ne eroda il valore, e il diritto riconosciuto dai giudici va comunque integrato “gradualmente” nella primaria tutela degli interessi generali della collettività.

Allo studio anche la possibilità concederne la detraibilità fiscale al 100%; da capire inoltre se la detassazione coprirà la quota di Tfs non anticipata, e i fondi di previdenza complementare. Qualche dato sul mercato:oggi si erogano 94,8 pensioni ogni 100 contribuenti (73 nel 2022) e nel 2033 andrà in pensione per limiti di età più di un milione di dipendenti pubblici, un terzo di quelli attualmente in attività: quasi la metà nella scuola, 243mila nella sanità.

Al momento, per ricevere a rate l’intera somma, possono volerci fino a oltre 2 anni in casi particolari di cessazione del rapporto, come dimissioni e licenziamento. Ricordiamo che dal primo febbraio è in corso il “paradosso” dell’Inps competitor delle banche, bocciato anch’esso dalla Consulta insieme ai  tempi lunghi ma su cui non è attesa alcuna disciplina da parte dell’esecutivo Meloni, che finanzia l’anticipo all’1% senza limiti di importo (calcolato sul periodo che va dall’erogazione del finanziamento alla data di esigibilità del trattamento, più il tempo necessario all’accredito) rispetto al tasso sul 4% del Rendistato (aumentato dello 0,40% di spread) a cui devono attenersi invece le banche, che possono anticipare massimo 45mila euro. Le prime erogazioni dovrebbero partire tra agosto e settembre, dunque l’ente previdenziale si prende minimo 6/7 mesi per lavorare le pratiche.

La necessità, per usufruirne, di essere iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali – e dunque di continuare a pagarne l’obolo – è un’ulteriore beffa. Va da sé che, se alla fine sarà davvero il pubblico a versare direttamente l’interesse sull’anticipo – all’istituto di credito o al pensionato nell’importo complessivo del Tfs, sotto forma di rivalutazione -, decadrà automaticamente anche questo “incentivo”.

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