13 Dicembre 2022

Howden: più Consulenza Assicurativa ai Musei per proteggere le Opere dai Vandalismi

Gli atti vandalici che prendono di mira l’arte potrebbero avere un effetto indesiderato: restringere o congelare la fruizione di molti capolavori della pittura al pubblico.

Si tratta in particolare di opere esposte da gallerie private, spesso non visibili al pubblico, in quanto patrimonio di facoltosi collezionisti. E’ quanto afferma Filippo Guerrini-Maraldi, chairman private wealth di Howden, quarto broker assicurativo globale e terzo in Italia, nel corso dell’evento tenutosi a Firenze a Palazzo Strozzi, organizzato da Deloitte.

«Si potrebbe verificare un fenomeno preoccupante nel mercato – paventa Guerrini-Maraldi – un vero e proprio circolo vizioso: collezionisti e musei non più disposti a correre il rischio e quadri che finiscono così in magazzino per molti anni. Già nel porto franco di Ginevra, giacciono opere per un valore che supera i 20 miliardi di dollari. E già il proprietario di Autoritratto con orecchio bendato e tubo di Vincent Van Gogh ha fatto trasferire il capolavoro nel porto franco di Zurigo, terminando anticipatamente il contratto di prestito».

Per ovviare a questo, il broker britannico, tra i primissimi al mondo nel segmento fine art, ha deciso di puntare sulla consulenza e l’expertise accumulata in anni di attività ai massimi livelli. «Siamo pronti a lavorare con istituzioni e privati per rafforzare la sicurezza e sventare uno scenario penalizzante per tutti gli attori principali del mercato come per il pubblico – afferma il responsabile Belle Arti di Howden – “con un servizio di consulenza che prevede maggiori controlli agli ingressi e sicurezza rafforzata nelle sale grazie all’impiego di tecnologia e personale».

Howden non prevede polizze ad hoc per il vandalismo degli attivisti climatici. «La nostra offerta resterà all-risk – dichiara Guerrini-Maraldi – e perfettamente adeguata al livello di rischio».

Nelle ultime settimane, ha fatto scalpore l’attacco vandalico prima ai Girasoli di Vincent van Gogh alla National Gallery di Londra e poi a Morte e Vita di Gustav Klimt al Leopold Museum di Vienna per protestare contro l’uso dei combustibili fossili. In entrambi i casi, i vetri di protezione hanno evitato guasti irreparabili, ma non “danni minori”.

«I vetri sono lì per proteggere da polvere e luce ultravioletta, non certo dalla zuppa di pomodoro o altri liquidi abrasivi – ha concluso Guerrini-Maraldi – anche se l’arte in sé non viene danneggiata direttamente, i costi di pulizia per riparare una cornice e rimontare un quadro possono raggiungere le decine di migliaia di dollari».

Il mercato delle assicurazioni d’arte a livello globale vale circa 750 milioni di dollari di premi. I tassi di premio sono aumentati di circa il 5% nel 2020 e nel 2021 e sono rimasti stabili quest’anno.

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