23 Maggio 2023

Eurovita: Serve l’Ok delle Banche, verso Proroga “Tecnica” del Blocco ai Riscatti

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

Sono ancora da definire in dettaglio scissioni e riaggregazioni di gestioni separate, valorizzazione dei titoli: tempi stretti per l’articolata sudddivisione di Eurovita in 5 rami d’azienda rilevati in parti uguali da altrettanti Big del Vita – Generali, Poste Vita, Intesa Vita, Unipol e Allianz – con le banche collocatrici nel ruolo di garanti delle polizze di ramo I, cosiddette “rivalutabili”, che valgono 9 miliardi di euro.

Solo la loro migrazione richiede ben più di un mese, cioè quanto manca alla fine del blocco ai riscatti, fissato ancora al 30 giugno. Riguardo le singole esposizioni, secondo quanto risulta a Plus24 Fideuram sarebbe coinvolta con circa 2,8 miliardi di euro, Credem e Sparkasse con poco più di 1 miliardo a testa e Fineco per una cifra di gestito pari al 13% del suo portafoglio assicurativo. Esposte per cifre minori Gruppo Iccrea, Popolare di Puglia e Basilicata, Cassa di risparmio di Volterra e Banca Consulia. Sono le banche che hanno partecipato finora ai tavoli convocati dal Mef ma, con un progetto più delineato, la platea potrebbe allargarsi ad altri soggetti dei 95 accordi distributivi firmati da Eurovita al 2022. Oltre al commissario per la gestione straordinaria, Alessandro Santoliquido, sono al lavoro gli advisor Kitra e Legance per le compagnie e Vitale per le banche. Il quintetto di leader assicurativi sceso in campo rappresenta il 62% del mercato italiano vita con oltre 91 miliardi e mezzo di premi raccolti l’anno scorso, mentre Eurovita si posiziona 18esima con 1,2 miliardi di premi e una quota di mercato dello 0,9%.

Nel loro piano, si farebbero carico di rischio assicurativo e costi d’integrazione, personale incluso, per 500 milioni. Ora l’obiettivo è stringere almeno un accordo vincolante con gli istituti. Di fatto non c’è un piano B: per i “competitor”, il caso non ha potenziali risvolti sistemici e il loro gesto è di mera buona volontà. “Vogliamo trovare una soluzione e lavoriamo in questo senso con gli altri big del settore e le banche – ha dichiarato nelle scorse settimane Nicola Maria Fioravanti, ceo di Intesa Sanpaolo Vita -, Santoliquido ha la nostra totale fiducia. Sono convinto che si troverà un accordo per il bene della società, di chi ci lavora, della clientela e che non ci sarà alcun effetto contagio, anche perché Eurovita non ha rilevanza sistemica“. Se i timori sono legati alle minusvalenze nei portafogli, sparendo il brand Eurovita i 353mila clienti in stand-by da 3 mesi si ritroverebbero con un solido prodotto firmato Generali, Poste, Intesa, Unipol o Allianz alle identiche condizioni: perché, a fronte di tali garanzie, con la fine dello stop ai riscatti, i clienti dovrebbero correre emotivamente all’incasso?

Per 300 milioni di mancata ricapitalizzazione, richiesti inizialmente dall’Ivass, adesso si rischia un’irrazionale fuoriuscita di capitali dei risparmiatori. A proposito di minusvalenze nette accumulate dopo l’impennata dei tassi, l’azionista Cinven è stato accusato nel frattempo da Bankitalia di “specifiche debolezze strutturali: inadeguata gestione dei rischi, limitata dotazione patrimoniale, disimpegno degli azionisti“. I riscatti sono un trend attuale del mercato assicurativo Vita ma, più che la sfiducia verso il settore, sono il rialzo dei rendimenti delle obbligazioni e la concorrenza dei conti di deposito a spingere molti investitori a chiedere la liquidazione delle polizze, a prescindere dalla situazione di Eurovita, e ad aver provocato a livello nazionale i 7 miliardi di riscatti che a febbraio hanno superato le nuove sottoscrizioni mandando la raccolta netta in negativo di 1,6 miliardi (-1 mld a marzo per Assoreti).

Solo ieri Ania ha certificato, nei primi tre mesi del 2023, un rosso da 4,8 miliardi per le polizze Vita: 30 miliardi di uscite tra riscatti, scadenze, rendite e sinistri (+48,7% sul trimestre precedente) e 25, 2 di premi raccolti, per un risultato netto di oltre 10 miliardi in meno rispetto allo stesso trimestre 2022. Come se non bastasse, il governo ha da poco aumentato la tassa sulle riserve matematiche assicurative Vita dallo 0,5% allo 0,6% finendo così per diluire anche i rendimenti delle gestioni separate. Tornando a Eurovita, se mai ci sarà una proroga al blocco dei riscatti – che non impatta comunque sul valore dei prodotti sottoscritti – sarà molto breve e strettamente limitata a limare i dettagli tecnici del riassetto. Viceversa, con una proroga eccessivamente a lungo termine, si proseguirebbe a comunicare un clima di incertezza e quindi allarmare ingiustificatamente i clienti, che è proprio ciò che si vuole evitare col salvataggio: parliamo di 413mila polizze per oltre 15 miliardi di riserve in tutto, contando le polizze di ramo III.

Eurovita e le Altre: l’Aumento dei Riscatti non intacca Utili e Capitali

(Visited 872 times, 1 visits today)
Navigazione fra articoli