6 Febbraio 2023

Digital lending: 4,5 miliardi a 10mila Pmi nel 2022, ma chiudono 554 Filiali

di Giuseppe Gaetano, chief editor

Nel 2022 sono stati erogati oltre 4,5 miliardi di euro alle Pmi italiane da piattaforme innovative digitali, che abilitano il finanziamento a breve e lungo termine in maniera più semplice e rapida dei canali tradizionali.

Secondo i dati di ItaliaFintech, si tratta in pratica della metà dei quasi 10 miliardi erogati in totale negli ultimi 4 anni (nel 2019 appena 373 milioni) di cui hanno beneficiato oltre 28mila piccole e medie imprese, 10mila solo l’anno scorso: una cifra che attesta da sola la corsa del modello digital lending e spiega l’attuale interesse verso l’acquisizione della piattaforma Credimi. Immutato invece l’importo medio erogato, sempre attorno ai 400mila euro. In sostanza, è l’altra faccia del fenomeno insurtech nel comparto assicurativo.

La tecnologia favorisce i prestiti integrando alla valutazione del merito di credito, l’utilizzo di fonti alternative di scoring e condivisione dati, come dimostrano le sempre più numerose partnership tra startup e banche. E da circa una settimana il settore può contare anche sul pegno non possessorio: le aziende cedono il loro magazzino a società di inventory trading che – grazie a questo strumento – possono essere finanziate più agevolmente da banche e fondi di investimento e, quindi, mettere a disposizione delle aziende nuova liquidità per migliorarne il capitale circolante. In base alle stime di Supply@Me Capital, il potenziale di scorte monetizzabili è di 7,7 miliardi.

Resta sempre una goccia nel mare di centinaia di miliardi distribuiti ogni anno dagli istituti, ma proprio questo rende il business suscettibile di enorme espansione e connessione tra giovani player dinamici e attori istituzionali. Per il report “Fintech Waves” di EY, al momento il 65% delle startup fintech italiane ha intrapreso partnership con banche o assicurazioni per sviluppare nuovi prodotti e servizi, e il 24% ha un fatturato superiore ai 5 milioni. Il rovescio della medaglia è che, nel 2022, le banche hanno chiuso 554 sportelli sulla penisola: -2,6% sul 2021.

Secondo l’aggiornamento dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl, su dati Bankitalia e Istat al 31 dicembre scorso, oltre 4 milioni di italiani non hanno una filiale nel comune di residenza, 250mila in più in un anno, e ad altri 6 milioni è rimato un unico sportello. La fuga dal territorio è omogenea sullo Stivale: Lombardia (-3,6%) e Lazio (-3,5%) le regioni più colpite, essendo in vantaggio in numeri assoluti. In Molise i comuni privi di sportello sono ormai l’82%; in Calabria il 71%; in Piemonte, Val d’Aosta, Liguria, Abruzzo e Campania oltre il 50%. Evidentemente non vale la pena tenere aperti i presidi, reputati fonte di spese più che di ricavi; e in Rete il patrimonio informativo, per determinare le politiche del risparmio e del credito, non ha confronto.

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