25 Novembre 2024

Unicredit-Banco BPM, le Reazioni all’ultimo Risiko di Andrea Orcel

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

L’operazione di UniCredit su Banco BPM è stata “comunicata, ma non concordata” con l’esecutivo, dice il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

C’è la Golden Power, il governo farà le sue valutazioni. Citando von Clausevitz, il modo più sicuro per perdere la guerra è impegnarsi su due fronti, poi chissà che magari stavolta la regola non sia vera” ha aggiunto, riferendosi al contemporaneo investimento in Commerzbank.
Ieri sera Andrea Orcel ha informato telefonicamente dell’offerta anche il presidente BPM Massimo Tononi.
L’offerta non è vincolante e la palla passa ora al CdA del Banco, che Orcel spera di incontrare a breve per discutere i dettagli direttamente con loro. “Contiamo di impiegare i prossimi 3-5 anni per accelerare ulteriormente la nostra crescita in termini di profitto, sostenibilità e capacità di gestire imprevisti e sfide – scrive nel frattempo l’AD su LinkedIn, certo che l’acquisizione “consoliderà la nostra posizione di seconda banca più grande in Italia, aumentando così la concorrenza”.

Credit Agricole, primo socio dell’istituto con poco meno del 10% del capitale, per ora non commenta la notizia.
Chi commenta sono invece gli analisti. Per Equita l’integrazione ha “indubbiamente una rilevante valenza industriale” grazie alla possibilità di rafforzare il posizionamento in Nord Italia, fare scala sulle fabbriche prodotto e realizzare sinergie, giudicando la mossa “sensata anche sotto il profilo strategico“. Tuttavia “il premio risulta limitato“. Per gli esperti di Intermonte l’offerta è addirittura “a sconto“, mentre secondo Deutsche Bank “il premio rende difficile raggiungere la soglia del 67% richiesta per conseguire il pieno controllo“; inoltre, alla luce del rischio di esecuzione e dei costi di integrazione, pari a 2 miliardi, l’affaire Commerzbank è da ritenersi “almeno rinviato” se non proprio “abortito“.

Per gli osservatori di Mediobanca – nell’ipotesi di una fusione con MPS (a cui Orcel ha però ribadito oggi di non ambire) – l’accorpamento “potrebbe evitare l’ulteriore crescita inorganica di BPM“, che ha acquistato recentemente il 5% dell’istituto senese.
L’OPS rappresenta “una sinergia di grande valore, combinando le forti radici locali di BPM con l’esperienza internazionale di Unicredit” affermano da IG Italia: l’iniziativa “non è così sorprendente visto che BPM è sempre stato un obiettivo strategico per il gruppo di Piazza Gae Aulenti” ma “crediamo che abbia preso in contropiede il CEO Giuseppe Castagna, che ha l’ambizione di creare il terzo polo bancario. Ci aspettiamo inoltre una nuova offerta molto più elevata per convincere gli azionisti“.

L’M&A bancario in Europa è già iniziato, come vediamo in Spagna con BBVA e Banco Sabadell: le banche stanno cercando di fare acquisizioni nel proprio Paese, perché quelle transfrontaliere sono più complicate dal momento che i regolatori sono diversi – commenta Giacomo Calef, country head Italia di NS Partners -. Gli istituti devono aumentare le linee di business e diversificare le fonti di ricavi. Con l’operazione Anima, ad esempio, si cerca di avere le fabbriche prodotto all’interno e quindi generare più commissioni e colmare il minor margine di interesse nei conti economici“. Che sarà dovuto a quello stesso calo dei tassi di interesse che, parallelamente, “spinge l’M&A perché a costi minori“.
Da notare, inoltre, “che i movimenti di consolidamento per ora sembrano riguardare soprattutto le grandi banche anziché le medie, aumentando così il divario, all’interno di ciascun Paese, fra i 2, 3 player maggiori e quelli più piccoli“.

Altre novità e prese di posizione circoleranno nei prossimi giorni. “Al di là della reazione a caldo, si tratta ora di vedere quale sarà la risposta del mercato e dei principali attori coinvolti” nota il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, preoccupato soprattutto dell’impatto occupazionale: “Non si vedono ragioni, anche in forza dei livelli di efficienza raggiunti, per ridurre il numero delle persone complessivamente occupate nei due gruppi, che erano oltre 52mila in Italia a fine 2023 – si è subito premurato a chiarire -. Inoltre, è importante la salvaguardia delle reti di filiali: dalle dichiarazioni sembra esserci l’intenzione di non procedere a chiusure significative. Sarebbe un controsenso, visto che BPM ha in Lombardia oltre 500 sportelli e proprio questa caratteristica è uno dei fattori apprezzati da Unicredit“.

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