7 Marzo 2023

Il Salvataggio di Eurovita sul Tavolo del Comitato ANIA, 3 Settimane per far Quadrato con Assicurazioni e Banche

di Giuseppe Gaetano, chief editor

L’affaire Eurovita è all’attenzione del comitato esecutivo dell’Ania.

Ufficialmente l’associazione non ha mandato a risolvere il problema ma, secondo rumors di stampa, già oggi dovrebbe tenere un tavolo sul salvataggio della compagnia finita in gestione provvisoria dopo che Ivass ha chiesto più volte all’azionista, il private equity Cinven, di ricapitalizzarla ottenendo finora solo 100 dei circa 400 milioni necessari per risollevarne l’indice di solvibilità. Troppe obbligazioni per Eurovita: la stretta monetaria della Bce ha abbassato il prezzo dei bond, generando minusvalenze mal tollerate dalle attuali regole della vigilanza. All’operazione – su base volontaria, visto che nel settore non esiste un paracadute come il Fondo interbancario di tutela dei depositi – dovrebbero partecipare non solo altre assicurazioni ma anche le banche distributrici dei prodotti Eurovita (61 gli accordi di bancassurance in essere), oltre allo stesso fondo proprietario inglese.

Del commissariamento s’è occupato di recente pure Fitch Ratings, evidenziando “i rischi che i tassi di interesse in rapido aumento possono comportare per gli assicuratori Vita più deboli“. Secondo l’agenzia di rating è vero che a tassi elevati i premi possono essere investiti a rendimenti più alti, ma un’impennata troppo brusca può aumentare i rimborsi anticipati, non necessariamente per paura di perdere i soldi ma anche solo per reinvestire i proventi in nuovi contratti con offerte migliori (ad esempio i BTp). I continui rialzi del costo del denaro succedutisi da un anno – e quello di marzo è già certo che non sarà l’ultimo – hanno costretto gli assicuratori Vita europei ad aumentare il capitale richiesto dalla Solvency II per coprire il “mass lapse”.

Per Eurovita si profila dunque un’azione di sistema, per evitare proprio conseguenze “di sistema” sul mondo delle polizze vita, al momento puramente ipotetiche. L’ammanco della compagnia, infatti, rappresenta un caso isolato con “circostanze diverse da quelle degli assicuratori vita che valutiamo in Italia e in Europa – ribadisce lo stesso report Ficht -. Anche a fine del 2021, prima che i tassi iniziassero a salire, il rapporto S2 di Eurovita del 134% era significativamente inferiore alla media degli assicuratori Vita italiani (circa 230%). Contrariamente a Eurovita, sbilanciata verso prodotti di risparmio tradizionali“, la maggioranza ha un business mix diversificato, “una diffusione più uniforme di prodotti di risparmio tradizionali, unit-linked e protezione“, dunque meno esposta al rischio di corsa al riscatto.

Il salvataggio allo studio sarebbe però soltanto una soluzione ponte verso l’ingresso, a medio termine, di un nuovo azionista unico di riferimento. Nel frattempo, un aumento di capitale sottoscritto da diversi player assicurativi e bancari tranquillizzerebbe le reti di consulenti finanziari coinvolte (tra cui Credem, Banca Widiba, Fineco Bank, Fideuram ISPB e IW Sim) e la clientela ansiosa di farsi rimborsare anzitempo i contratti. Se entro il 31 marzo non si trovasse ancora la quadra, il dossier Eurovita passerà nelle mani del ministero delle Imprese: sarà la fine della gestione provvisoria ma, sicuramente, non del blocco ai potenziali riscatti anticipati dai clienti ad eccezione di sinistri, liquidazioni a scadenza e anticipazioni.

https://www.pltvbroker.it/2023/02/21/eurovita-400-milioni-per-recuperare-le-minusvalenze-dei-bond-esteri/

 

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