Solo il 17% delle principali assicurazioni operanti in Italia ha strutturato progetti in linea con il Financial Data Access, la proposta di regolamento Ue sull’open finance; l’83% degli operatori, invece, non ha ancora capito bene cosa sia.
Di questi, la maggior parte teme per la sicurezza dei dati condivisi con gli altri player e per la privacy dei clienti.
Stando a un report appena pubblicato da EY, non è un problema di soldi: più della metà del campione non considera la questione prioritaria, mentre una percentuale tra il 40 e il 30% lamenta l’assenza di regole chiare; non riuscendo dunque a scorgere quei vantaggi derivanti dall’accesso a più dati qualitativi (creazione di nuove polizze taylor made, allargamento della distribuzione, migliore gestione dei rischi…) che sono poi alla base dei piani industriali e strategici di ogni compagnia e intermediario.
Quasi a tutti piace la collaborazione con le insurtech, il 58% valuta positivamente l’integrazione con banche o distributori di altri settori in ottica di avvicinamento multicanale della clientela, purché non si tratti delle temute Big Tech. Naturalmente la direttiva FIDA è vista come molto impattante anche nelle aree It, legal, risk e compliance; quanto al cliente, in cambio dovrebbe usufruire di una customer experience più gratificante.
Secondo la ricerca il comparto protection è già pronto all’open insurance. Se ne riparlerà, se la proposta di regolare questo sempre maggior flusso di informazioni andrà avanti a Bruxelles.