6 Maggio 2025

Agenti IA nel mondo della Distribuzione assicurativa

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

Automatizzare la comunicazione con il cliente, ottimizzare il marketing e alleggerire il carico amministrativo, consentendo di concentrarsi sulle attività strategiche e di cura della qualità della relazione”.

Mentre “sul piano organizzativo, l’IA rende accessibili – anche alle piccole agenzie – sofisticate tecniche di controllo di gestione, migliorando analisi di dati e documenti e capacità decisionale“. Questi i principali plus dell’intelligenza artificiale individuati dal segretario generale IVASS, Stefano De Polis, al convegno su ‘Il futuro degli agenti di assicurazione: il nuovo ruolo dell’IA nell’intermediazione’ organizzato il mese scorso da ENBAss all’Università Roma Tre. Purché l’innovazione tecnologica serva a “rafforzare, non sostituire il ruolo consulenziale” del professionista umano, favorendo quindi quell’approccio cosiddetto phygital.
Nel surplus di informazione quotidiana, i molti report prodotti ogni giorno da società, enti e media non fanno che incensare l’IA ripetendo come accresca l’efficienza operativa, semplifichi l’accesso dei consumatori al mercato, incida sulla catena del valore riducendo costi e tempi di sviluppo di nuove, rivoluzionarie polizze taylor made.

E con l’avvento dal 2022 dell’IA generativa “è in arrivo una generazione di prodotti denominata Agenti IA – spiega De Polis -, programmi in grado di eseguire autonomamente specifiche attività per conto di un utente o di un altro sistema, seguendo un flusso che si adatta continuamente alle informazioni ricevute ed elaborate, autocorreggendosi in base ai feedback dei risultati ottenuti“.
L’evoluzione digitale del settore è già ben oltre la fase iniziale e sembra restare ancora a livello sperimentale solo nella complessa filiera della distribuzione assicurativa italiana dove – tranne che per i grandi broker – l’applicazione dell’IA avviene soprattutto “nell’ambito dei sistemi informatici in comune con le compagnie mandanti e per lo più a vantaggio dello scambio interno di informazioni e della gestione dei sinistri. Oltre il 60% dei circa 32.000 intermediari sono microimprese, per lo più ditte individuali – prosegue De Polis -: se si escludono le reti bancarie e postali, meno del 7% raccoglie premi annui per oltre 10 milioni di euro e oltre un terzo ne intermedia meno di un milione”.

Di sicuro, a 20 anni dal CAP l’assetto del network commerciale è profondamente mutato: per la progressiva digitalizzazione, le articolate partnership e per l’avanzata di nuove figure di intermediari, sotto forma delle cosiddette managing general agent ma anche di grandi aziende regolarmente iscritte ai Rui, che hanno però il core business in tutt’altri comparti. Insomma, l’Artificial Intelligence Act dell’Ue a tutela della clientela andrebbe già aggiornato.
Ivass sta collaborando in questo periodo con Bankitalia, Mef, Consob e Covip a una ricognizione sull’IA nel settore finanziario, per analizzarne opportunità e rischi di impiego: l’Ocse curerà la redazione di un rapporto finale, che sarà pubblicato entro la primavera del 2026.

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