17 Febbraio 2023

Bonus Edilizi, Fine di un’Era: la Cessione Crediti si ferma a 38 Miliardi di Scostamento

di Giuseppe Gaetano, chief editor

Il decreto legge è già in vigore: il blocco di tutte le cessioni di crediti di ogni bonus edilizio e il divieto di acquisto da parte delle Pa, appena partito, sono operativi.

Termina così, molto probabilmente, l’avventura del Superbonus, durata 2 anni e mezzo: togliendogli il propellente. Già a gennaio Enea ha rilevato una frenata del ricorso all’agevolazione, salita di appena 2,7 miliardi di euro. Da oggi, avanti solo con le detrazioni: si salvano solo gli interventi già avviati. La svolta serve a “mettere in sicurezza i conti pubblici” dice il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, indicando in 110 miliardi l’attuale ammontare della cessione dei crediti d’imposta dei vari bonus edilizi, contro i 72 stimati al principio: la stessa cifra fornita la settimana scorsa da Unimpresa, secondo cui il solo 110% ne vale 61, 25 in più delle stime iniziali, per uno scostamento di previsione di circa il 70%.

Con le banche che hanno da tempo raggiunto gli 81 miliardi di capienza fiscale, lo stallo nell’acquisto di crediti da parte degli intermediari bancari sarebbe durato – secondo l’Abi – fino al 2027, ovvero all’originaria scadenza del Superbonus. Fino a qualche giorno fa l’associazione e l’Ance chiedevano correttivi normativi, legati ai sequestri dei crediti di imposta dubbi e a nuove modalità di utilizzo in compensazione: non s’aspettavano lo stop totale deciso invece dal governo, “anche per evitare problemi con i mercati” aggiunge il viceministro Maurizio Leo.

L’Abi apprezza le disposizioni che, per il pregresso, annullano la responsabilità solidale di acquirenti e cessionari chiarendo che “in caso di mancata sussistenza dei requisiti che danno diritto ai benefici fiscali, il fornitore che ha applicato lo sconto in fattura e i cessionari che hanno acquisito il credito, in possesso della documentazione che dimostra l’effettività dei lavori realizzati, non saranno responsabili in solido a meno che ci sia dolo“. Chiede però subito una misura che permetta alle banche di “ampliare la propria capacità di acquisto utilizzando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24, compensandoli con i crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese e acquisiti dalle banche“.

Oltre alla neo garanzia Sace al 90% (finora ammontano a 18 miliardi i finanziamenti emessi con SupportItalia), l’unica altra possibile soluzione sembrava rappresentata proprio dagli enti locali, che con le loro società finanziarie avevano iniziato ad acquistare i crediti che gli istituti non potevano più gestire avendo colmato i limiti stabiliti dalle norme tributarie. Poche e a macchia di leopardo le operazioni condotte finora, senza un piano nazionale, e adesso bloccate per sempre: contabilizzate come indebitamento, avrebbero aggravato i loro bilanci. La questione coinvolge tutti i settori della società. Sindacati, ingegneri e architetti non ci stanno: che fine faranno ora i cantieri?

Sempre Unimpresa parla di 90mila opere ferme al momento in tutta Italia e 15 miliardi di crediti fiscali bloccati; l’Ance di 25mila Pmi a rischio fallimento per mancanza di liquidi, e 130mila posti di lavoro in bilico. Dall’Anapic l’allarme sulla “riscossione di quote straordinarie da parte degli amministratori, che non potranno mai essere recuperate”; dall’Ordine dei commercialisti le difficoltà per “tutte le società che hanno utilizzato, investito, e non trovano il ritorno nella cessione dei crediti e nemmeno con lo sconto in fattura“. Il decreto appena pubblicato in Gazzetta deve ancora passare in Parlamento, ma è difficile che l’esecutivo si sia sbilanciato tanto senza un accordo preventivo in maggioranza. Certo c’è grossa incertezza sulla sorte degli incentivi dell’edilizia, il loro appeal sembra destinato a svanire.

https://www.pltv.it/news/nuovo-superbonus-90-una-cessione-crediti-in-piu-per-le-banche-e-garanzia-sace-alle-imprese

 

 

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