27 Agosto 2023

Banca d’Italia: 130 anni di Storia

Banca d’Italia fu istituita nel 1893 nell’ambito di un riordino complessivo degli istituti di emissione.

Nel 1926 la posizione sostanzialmente pubblica dell’Istituto ebbe un importante riconoscimento: la Banca d’Italia divenne l’unico istituto autorizzato all’emissione di banconote e le furono affidati poteri di vigilanza sulle altre banche, successivamente ampliati e potenziati dalla legge bancaria del 1936. Quest’ultima riconobbe inoltre formalmente la Banca come istituto di diritto pubblico e avrebbe costituito la norma fondamentale del sistema bancario italiano fino al 1993, quando è stato promulgato il vigente Testo Unico in materia bancaria e creditizia.

Nel 1947 la manovra di stabilizzazione della lira costituì uno snodo cruciale nella storia dell’Istituto: l’inflazione postbellica fu troncata e vennero poste le condizioni monetarie per il “miracolo economico” degli anni Cinquanta. Nella Costituzione del 1948 fu introdotto il principio della tutela del risparmio.

Dopo gli shock che negli anni Settanta hanno scosso il sistema monetario internazionale e la lira, il processo di disinflazione è stato favorito in Italia da una più decisa tutela giuridica dell’autonomia della banca centrale. La riconquistata stabilità della lira e l’avvio del riequilibrio della finanza pubblica hanno consentito all’Italia, nel rispetto dei criteri indicati dal Trattato di Maastricht (1992), di far parte del primo gruppo di paesi che nel 1999 hanno adottato l’euro come propria moneta.

Le azioni e le decisioni della Banca d’Italia sono finalizzate al perseguimento di due obiettivi: la stabilità della moneta e la stabilità finanziaria. Più in concreto, le attività svolte e gli ambiti di azione della Banca possono essere ricondotti a quattro aree: la moneta, il sistema finanziario, la ricerca e la statistica, i servizi al pubblico.

Dal 1893, anno della sua costituzione, molte cose sono peraltro cambiate. Nei decenni scorsi il passaggio più significativo è stato l’integrazione economica europea: con l’introduzione dell’euro e, successivamente, con l’avvio dell’Unione bancaria, l’Istituto condivide parte delle proprie responsabilità – per molti versi estese all’intera area dell’euro – con le altre banche centrali e autorità europee..

Tra il 2006 e il 2022 lo Statuto della Banca d’Italia è stato oggetto di diverse modifiche con cui sono state, tra l’altro, rafforzate la trasparenza e l’indipendenza dell’Istituto.

Con la riforma del 2006, in attuazione delle previsioni della L. 262/2005, sono state in particolare ridefinite le procedure di nomina e revoca del Governatore e dei membri del Direttorio, introducendo per i relativi mandati un termine di sei anni con un solo possibile rinnovo.

Le modifiche più recenti, del 2013, del 2016 e del 2022, hanno interessato il capitale e i meccanismi di partecipazione e trasferimento delle quote, nonché aggiornato – a far tempo dal 1° gennaio 2022, come previsto dalla legge di bilancio per il 2022 – il limite massimo di quote detenibili da un singolo partecipante, elevandolo dal 3 al 5 per cento.

Il valore del capitale – che era stato fissato nel 1936 a 300 milioni di lire – è stato portato nel 2014 a 7,5 miliardi di euro, attingendo alle riserve statutarie e lasciando invariato il numero delle quote (300.000); la rivalutazione è stata effettuata in modo da mantenere inalterato il valore economico delle quote di partecipazione,

La Banca d’Italia si occupa della moneta sotto diversi aspetti: dalle scelte e dagli interventi di politica monetaria alla produzione di banconote, dalla gestione dei sistemi attraverso cui vengono regolati i pagamenti alla sorveglianza sui mercati e sul sistema dei pagamenti.

La Banca d’Italia dedica una crescente attenzione al tema dei cambiamenti climatici, da cui possono derivare rischi per la stabilità finanziaria ed effetti macro- economici molto rilevanti, tali da compromettere il perseguimento dei propri obiettivi istituzionali…

 

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