7 Ottobre 2024

Riassicurazione NatCat: costruire il Futuro dell’Offerta assicurativa | 9 Ottobre a ReInsurance Day

di Giuseppe Gaetano, editor in chief

Per gran parte delle compagnie, specie le maggiori, non è un problema ottemperare all’obbligo di copertura catastrofale per immobili commerciali e impianti produttivi da inizio 2025.

Mancano gli ultimi “dettagli contrattuali e tecnici” e il decreto attuativo della legge di Bilancio n. 213/2023 è pronto, ha annunciato la presidente ANIA Maria Bianca Farina, all’High level insurance conference di fine settembre.
Le imprese, invece, appaiono molto meno pronte a recepire il provvedimento: gli incontri preventivi con le associazioni di rappresentanza non sono andati benissimo, anzi. Per Confindustria e gli altri l’obbligatorietà – che poi tale non è, e arriva comunque in forte ritardo rispetto ad altri grandi Paesi, che da tempo hanno iniziato a scavare il solco pubblico/privato – rischierebbe di desertificare intere regioni e rappresenta una tassa in più, che non risolve i problemi di dissesto in cui versa la penisola. Per questi occorrono interventi strutturali sul territorio, purtroppo economicamente insormontabili per le casse dello Stato come per le tasche dei soggetti che più ne abbisognerebbero: micro e piccole imprese e – in vista dell’allargamento della norma alle case – famiglie a basso reddito. Nei giorni della rinnovata emergenza idrogeologica in Emilia-Romagna, l’associazione degli agenti Anapa ha denunciato aumenti fino al 40% dei premi delle polizze a protezione dagli eventi naturali.

L’incremento tariffario non vale (ancora) per tutte le compagnie, ma è logico che se l’emergenza diventa la normalità i costi devono adeguarsi a un rischio che assume sempre più le forme della certezza: crescono i prezzi di ogni bene e servizio, è fisiologico che a loro volta crescano le polizze danni.
L’ipotesi di bonus e incentivi fiscali non sembra sufficiente a convincere la potenziale platea di clienti ad aprire il portafoglio per tutelare la loro attività da cataclismi sempre più probabili. Eppure una recente indagine EMG Different/Facile.it calcola in oltre 3 mld i danni totali subiti da più di 278.000 tra micro e piccole imprese italiane negli ultimi 12 mesi. Il Sole 24 Ore in edicola oggi dedica il titolo d’apertura e le prime due pagine a un punto sui numeri della polveriera su cui sediamo. Molte cifre sono note da tempo: per ANIA è a rischio catastrofe il 95% dei comuni e il 40% delle case, ma al momento risulta coperto appena il 6% delle abitazioni e il 5% delle piccole imprese. Secondo i dati del CNR più di 21 milioni di connazionali e 226mila imprese sono in aree ad alto, medio o basso rischio inondazione; senza contare gli altri milioni di cittadini e migliaia di aziende esposte a frane, erosione costiera e terremoti; mentre grandine, trombe d’aria, mareggiate e tempeste – non disciplinati dalla legge – in realtà possono colpire tutti a prescindere dall’ubicazione. Eiopa ci pone siamo in cima alla classifica del protection gap assieme alla Grecia ma, pure nel resto d’Europa, l’ammontare assicurato risulta comunque appena un dodicesimo del rischio.

Ad ogni modo, da inizio 2025, le aziende che non vorranno sottoscrivere la polizza (o rinnovare quella eventualmente in corso secondo le nuove regole) al massimo rinunceranno a delle sovvenzioni statali, e neanche è detto. Per convincerle – magari con una campagna di comunicazione istituzionale sui media (su cui sarebbe stato opportuno portarsi avanti nel frattempo con messaggi su tv, radio, social e giornali) – è possibile che, solo per loro, l’obbligo sia prorogato di qualche mese. Ne sapremo di più con in mano il testo del decreto atteso a settimane, forse giorni. La sostanza, però, non cambia granché: senza un’adeguata mutualità, che in assenza di una diffusa cultura assicurativa è raggiungibile solo con un’obbligo di base, le tariffe – nocciolo della questione – non scenderanno mai e, al contrario, continueranno a salire.
Quest’anno, per la prima volta, il ReInsurance Day 2024 di Milano ospita un doppio dibattito – mercoledì 9 ottobre, nel primo dei due giorni dedicati ai trattati -, con alcuni dei principali player e istituzioni del settore, proponendo un focus sulle aziende agricole, escluse dal perimetro della legge godendo già del fondo Agri Cat, e su tutte le altre che ne sono invece interessate; con un occhio al mercato degli immobili residenziali. Un’occasione più unica che rara per ascoltare trend, prospettive e sviluppi degli scenari descritti direttamente dalla voce dei protagonisti del mondo dell’assicurazione e della riassicurazione. Per assistere gratuitamente al convegno, è sufficiente compilare il form sulla piattaforma online, dove troverete il programma dettagliato dell’evento. Di seguito, gli highlight dell’edizione 2023:

Enrico Pollino (EMFgroup): “Il ReInsurance Day è diventato un Evento Internazionale”

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