3 Novembre 2021

G20: Cosa ci ha lasciato…

di Piergiorgio Giuliani, vice direttore PLTV

Il G 20 di Roma si è appena concluso e a detta delle informazioni mainstream è stato un grande successo.

Ovviamente grandi complimenti al Premier Mario Draghi, soprattutto dal Presidente USA Biden che, come riportato in tutti i telegiornali, ha elogiato il grande lavoro da lui svolto. Ma, al di la dei complimenti di maniera, le vere notizie, quelle importanti per il nostro futuro, non sono state rivelate. Infatti i giochi non si fanno in assemblea plenaria, ma negli incontri bilaterali o trilaterali. Si sa che ci sono stati, ma poco o nulla è trapelato circa cosa sia stato detto o deciso.

Al di la di questo, gli argomenti generali che sono stati trattati sono stati resi noti e questi qualcosa hanno rivelato:

  • le vaccinazioni devono coinvolgere tutti i paesi;
  • l’aumento della temperatura dall’inizio dell’era industriale non dovrà superare 1,5 gradi Celsius e questo traguardo deve essere raggiunto entro la metà di questo secolo;
  • i dazi fra Stati Uniti e Europa dell’era Trump verranno cancellati;
  • Le grandi aziende di e-commerce pagheranno una flat tax del 15% non nei paradisi fiscali dove si sono annidate, ma ai Paesi dove vendono le loro merci e fanno business.

Queste decisioni hanno delle implicazioni ben precise:

  • La decisione circa la volontà di vaccinare tutta la popolazione mondiale è irreversibile, con buona pace dei no vax e no green pass, che verranno sempre più emarginati. Io, non ho problemi a dirlo, mi sono vaccinato, sono ben contento di averlo fatto e a breve farò anche la terza dose.
  • Il passaggio dall’utilizzo di combustibili fossili a forme non inquinanti (o almeno apparentemente) non sarà sindacabile. Quindi ci saranno grandi investimenti in questi settori e saranno necessari tanti capitali e finanziamenti. D’altronde il petrolio a questo ritmo si esaurirà entro il secolo in corso. Era indispensabile trovare come produrre energia in altri modi. Intanto, e per parecchi anni, i prezzi dell’energia cresceranno. Di questo tratterò in un prossimo articolo.
  • Gli Stati Uniti si sono resi conto che nel futuro non potranno sostenere da soli la concorrenza geopolitica di Russia, Cina e India. Necessitano perciò del sostegno dell’Europa. Speriamo questa volta di non essere solo subalterni, ma di ricavare vantaggi concreti.
  • La decisione di tassare finalmente queste grandi società da un lato è una operazione sacrosanta; dall’altro segna in maniera inequivocabile un grande cambiamento sociale: si riconosce che il sistema distributivo del futuro sarà accentrato e che i negozi di prossimità spariranno, soppiantati da questo modello, con conseguenti problemi di occupazione, di reddito e necessità di sostegno economico da parte degli Stati. Non solo: questa sparizione comporterà un ulteriore distanziamento sociale fra le persone con ciò che ne consegue. Tratterò di questo in un prossimo articolo.

Quanta carne al fuoco e che scenari di grande portata ha prodotto questo G 20!

Un ultimo tema, passato sotto traccia, ma scritto a lettere cubitali su tutti i cartelloni del G 20 è il claim: People, Planet, Prosperity. Sembra solo un claim accattivante, ma in realtà è la base delle Benfit Company.

Le Benfit Company possono essere considerate una sorta di ibrido fra aziende business e fondazioni. Il loro scopo si allarga da quello tradizionale di produrre reddito per i shareholders a produrre anche azioni positive per la collettività (stakeholders). Il Business viene interpretato come paradigma rigenerativo per tutta la società.

L’Italia è stato il primo paese europeo a dotarsi nel 2016 di una normativa specifica per le Benfit Company e addirittura uno dei primi Stati Sovrani al mondo.

Il passo successivo è quello della certificazione come azienda B corp. In Italia sono circa 130 le aziende certificate e a breve otterrà la certificazione anche la prima Banca italiana. Infatti Civibank sta per ultimare i passaggi necessari ad ottenere la certificazione. Un passo importante, fortemente voluto dalla Presidente Michela Del Piero, già premiata nel 2019 come Banker of the year.

Non posso esimermi dal ripetere il mio appello, in fondo gli antichi romani dicevano “repetita iuvant”: comprate prodotti italiani, di aziende che pagano le tasse in Italia, utilizzate aziende di consulenza italiane e visitate il nostro bel Paese. Il PIL aumenterà e tutti ne beneficeremo.

Alla prossima.

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